Un marchio nazionale e un tavolo tecnico in cui affrontare le criticità del settore sono le novità più importanti contenute nella legge sul biologico che è stata approvata dalla commissione Agricoltura del Senato. Il testo, «Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico» è consultabile al link www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/51061.htm.Il testo che dovrà passare l'esame dell'Aula di Palazzo Madama, è volto a favorire e promuovere la conversione al metodo bio delle imprese agricole a agroalimentari. Tra le novità che introduce quella più rilevante è dedicata al tema della riconoscibilità. La legge, infatti, prevede la realizzazione di un marchio che servirà a distinguere i prodotti biologici realizzati con materie prime coltivate o allevate in Italia. Questo vuole essere nelle intenzioni dei legislatori un modo per garantire massima trasparenza su origine e filiera dei prodotti e per rendere maggiormente consapevoli i consumatori. La legge contiene anche l'istituzione di un tavolo tecnico che avrà sede al ministero delle Politiche agricole e che coinvolgerà esperti, ricercatori e rappresentanti del settore della produzione biologica. Obiettivo di tale struttura sarà l'individuazione delle problematiche che emergono nel mondo del biologico e di studiarne le relative soluzioni. Una terza novità è infine data dal rafforzamento della filiera biologica, attraverso la promozione dell'aggregazione tra produttori.«Siamo i primi al mondo a riconoscere per legge i bio-distretti e a dare così il giusto valore agli attori che operano in questi virtuosi sistemi produttivi locali, consentendone lo sviluppo e la crescita», afferma Giuseppe Labbate, sottosegretario alle Politiche agricole. «Con questa legge rispondiamo alle esigenze di un settore che attendeva da anni aggiornamenti normativi e migliorie e nel quale il governo crede, come dimostrano la recente emanazione di un bando per la ricerca sul biologico, con uno stanziamento di 4,2 milioni di euro, e i 5 milioni a regime a partire dal 2021 previsti nella legge di bilancio 2020 per la promozione di filiere e distretti», aggiunge.Secondo i dati del governo il bio è in costante crescita in Italia, tra leader in Europa. L'area dedicata a questa pratica è di 2 milioni di ettari, il 15% della superficie agricola nazionale, ed è focalizzata soprattutto al Sud, in particolare in Sicilia, Puglia e Calabria, ed Emilia-Romagna, In Veneto, per la Coldiretti, (vedi articolo a fianco) negli ultimi tre anni la superficie bio è raddoppiata a più di 48mila ettari, con Verona provincia più vocata che vale più di un terzo del settore in regione. © RIPRODUZIONE RISERVATA