Depuratore: per Salò sarà un disastro

Egregio direttore, quanto sta succedendo in riviera, nella proverbiale indifferenza, rasenta l’incredibile, nonostante l’età che dovrebbe suggerirmi un maggiore quieto vivere, faccio fatica a rassegnarmi e a tacere. Nel momento in cui verrà eliminato l’ormai famoso condotto sublacuale Toscolano-S. Vigilio, tutti i liquami fognari dei comuni gardesani, da Tignale a S. Felice, invece di essere trasferiti sulla sponda Veronese, con destinazione Peschiera, confluiranno nella stazione di accumulo e pompaggio di piazza Carmine a Salò. Piazza Carmine è la porta orientale della città ed è situata lungo il Rio Coriano che dal monte S. Bartolomeo scende a lago. Questa piazza storica è destinata a diventare, secondo tutti i progetti presentati, una colossale cloaca (condotto che raccoglie e scarica i liquidi di rifiuto e le acque piovane): questo sia che il nuovo depuratore del Garda trovi posto a Gavardo, sia che, come recentemente ipotizzato, venga localizzato a Lonato. L'imponente stazione di sollevamento, dopo aver raccolto le fognature di mezza Riviera del Garda bresciano, dovrà inviarle verso la depurazione, facendosi carico di superare i notevoli dislivelli di quota (Gavardo: 150m s.l.m. – Lonato 120m s.l.m.). La discesa del Carmine, che dalla piazza scende al lago, ha già presente una stazione di pompaggio, spesso maleodorante, che raccoglie liquami di Salò e San Felice e li invia, lungo la Gardesana, all'installazione di Toscolano per il trasferimento sulla sponda veneta. Questa vasca è dotata di un condotto scolmatore che in caso di necessità scarica a lago i liquami in eccesso, a qualche decina di metri dalla costa. Non oso pensare cosa potrà succedere, nel complesso impianto di piazza Carmine, quando all’enorme mole di liquami provenienti dai comuni della riviera, si aggiungeranno le copiose acque meteoriche dei frequenti acquazzoni stagionali. Mi chiedo preoccupato dove finiranno tutti i liquami in eccesso di questi inevitabili tsunami. Già ora ad ogni temporale, con le piogge, si riversano nel golfo ingenti quantità di acque nere derivanti dalla città e dai comuni vicini. Da anni, la città di Salò, non rifornisce più il suo acquedotto con l’acqua del golfo, mentre S. Felice continua ad usarla, prelevandola dalla zona di captazione in località Porticcioli. Il golfo di Salò, per le sue caratteristiche morfologiche e l’assenza di forti venti e correnti, rimane parzialmente isolato dal resto del lago. Il lento ricambio delle sue acque e i fondali relativamente bassi gli conferiscono un ecosistema molto delicato; sarebbe un peccato se, spinti dal «nobile» intento di salvaguardare il Garda e le sue acque, si rischiasse di penalizzare uno dei luoghi più belli del Benaco trasformandolo in un depuratore naturale. In questi anni si è voluto escludere in modo tassativo, con motivazioni risibili, la possibilità di utilizzare ancora il condotto sublacuale o di migliorarlo impiegando materiali e tecnologie innovative. È prevalsa, invece, la tesi dell’ineluttabile rottura del condotto e dell’inevitabile disastro ambientale. A questo punto la nostra riviera si avvierà a sopportare lunghi e interminabili anni di disagi e costi onerosi per la posa degli impianti di raccolta e trasporto dei liquami gardesani, verso il depuratore. Tutto questo lungo una strada bella ma fragile e super trafficata, già al limite del collasso in condizioni normali. Il vero disastro poi lo affronterà Salò: le principali strade del centro storico cittadino e i relativi sottoservizi verranno sconvolti dai lavori per la posa del nuovo condotto (diametro 80 cm) diretto al depuratore. Non solo piazza Carmine, ma anche viale Landi, via Brunati, largo Dante Alighieri, piazza Vittorio Emanuele, via Garibaldi, via Bossi, via Umberto I e così via, saranno coinvolte nell’impegnativa impresa. Francamente mi chiedo se tutto quanto stiamo subendo abbia un senso e sia veramente ragionevole. Cui prodest? Aurelio Nastuzzo Salò

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