Fermiamo la cattiveria politica

di Franco Piacentini

Egregio direttore, il numero dei votanti, all'ultimo ballottaggio delle amministrative, purtroppo ha confermato le preoccupanti precedenti percentuali che, da anni, non superano il 50 per cento degli aventi diritto. Pertanto nessuno degli eletti ad amministrare e nemmeno nessuno dell'opposizione, possono affermare di rappresentare il «popolo nel suo insieme numerico». Sono delle minoranze nei governi delle pubbliche amministrazioni e nelle opposizioni parlamentari. Innegabile la tristezza della politica italiana. La disaffezione elettorale è la inevitabile conseguenza della cattiveria politica che caratterizza il rapporto tra le forze politiche. Quasi tutti i giorni, l'opinione pubblica registra, con rabbia e delusione, la velenosa dialettica (in molte situazioni con connotati di odio personale) tra politici che non hanno alcuna sensibilità nel reciproco rispetto, e non solo. Se questa negativa situazione non cambierà velocemente, il Paese scivolerà nel baratro della cattiveria politica. I «politici cattivi», umilmente, dovrebbero recarsi a Barbiana, percorrendo il Sentiero della Costituzione, per valorizzare ed applicare quotidianamente l’insegnamento di don Lorenzo Milani: «I Care», mi stanno a cuore il bene del Paese e il rispetto delle persone. Franco Piacentini

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