Il Pd alla frutta va a rimorchio di Fedez

Egregio direttore, da elettore di sinistra sono rimasto letteralmente esterrefatto dall’appiattimento supino del fronte progressista tanto nazionale quanto bresciano sulle «sparate» (perché tali sono, a meno di essere talmente conciati mali da dare a esse dignità di ragionamento) di Fedez sulla censura e sul ddl Zan. Mi chiedo, ma uno come il segretario Pd Letta, che pensavo fosse dotato di una sua autonomia mentale, può ridursi ad andare a rimorchio di Fedez? Lo stesso potrei dire degli esponenti del Pd bresciano di cui ho letto le dichiarazioni su Bresciaoggi. Unica eccezione, e per fortuna, quella di Alfredo Bazoli. Io credo che se la sinistra ha bisogno di accodarsi a un personaggio come Fedez vuol dire che la sua identità è morta e sepolta. Ne avevo il sentore da tempo, ma adesso è lampante. Da tempo ha smesso di occuparsi dei temi veri a cominciare dal lavoro per inseguire le sirene dei cosiddetti diritti. Il ddl Zan, di cui il Paese in un momento come questo non ha alcun bisogno (le leggi per punire certi reati, lo sanno tutti, ci sono già e basta applicarle) sembra diventato la priorità del Pd. Vuoto di pensiero, ahimé. Ormai il senso della realtà si è perso completamente. Mi spiace che una grande storia di battaglie per cambiare e migliorare la nostra società finisca così miserevolmente dietro a un personaggio pieno di soldi che spara le sue idiozie davanti a una massa di persone che hanno rinunciato a pensare con la propria testa, ammesso che lo abbiano mai fatto. Siamo proprio alla frutta, caro Letta. Francesco Comensoli

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