L’importanza di discutere e proporre

di Gianluca Bonazzi di Sannicandro

Egregio direttore, desidero esprimere tutto il mio desiderio di riappacificazione di cui ha bisogno il nostro Paese. Il mio auspicio è che si faccia sfoggio, da ambo le parti, di onestà intellettuale, si abbandoni l'ottusa faziosità tout court e si isolino, da ambo le parti i violenti, ma sopratutto gli imbecilli che abbondano quando l'ortodossia e la «talebanite» la fanno da padroni. Chi mi conosce sa della mia militanza che supera il mezzo secolo, prima nei movimenti giovanili, poi nell’M.S.I., poi in A.N., quindi con Fiamma Tricolore e oggi in F.D.I. Da questo mio «curriculum» si evince, ovviamente un chiaro indirizzo politico, una frequenza agli anni di piombo, poi al rinnovamento, o almeno avrebbe dovuto esserlo e poi a quella che oggi reputo «normalizzazione». Sono convintissimo, sarà anche responsabilità dell'età che ormai dopo quasi 80 anni dovremmo giungere a una pacificazione e ad una condivisione storica degli avvenimenti. Finché dalla nostra parte non si condanneranno con chiarezza le leggi Razziali e le loro orribili conseguenze, e l'errore storico di avere condiviso improvvidamente il destino bellico con l'alleanza alla Germania, dall'altra parte non si condanneranno, con eguale equilibrio e fermezza, l'orribile mattanza di stile «messicano» seguita alla fine della guerra, e la contemporaneità degli orrori perpetrati dal regime stalinista in Unione Sovietica con tanto di Gulag e occupazione militare dell'Europa orientale, non ne verremo mai a capo! Ciò per potere procedere in una travagliata strada di antagonismo democratico, basato sulla polemica e sul confronto dialettico, o resteremo sempre al palo! I tempi, sono cambiati, 50 anni fa le ferite fresche da ambo le parti giustificavano in qualche modo determinate derive di violenza e di sopraffazione, in nome della contrapposizione esasperata. Ho insegnato a mio figlio, che mi ha seguito nella passione politica, a usare il cervello, sempre prima delle mani, di odiare la sopraffazione, ribellarsi ad essa e reagire solo in caso di legittimità. Ecco perché invoco da questo Stato una decisa guerra alle organizzazioni che si rifacciano a ogni tipo di politica vista come affermazione muscolare e non intellettuale, alla chiusura di tutti i centri sociali, di qualsiasi matrice, fucine di spedizioni punitive, illegalità e sopraffazioni. Dicono che gli incendiari in gioventù diventino poi in vecchiaia, convinti pompieri; forse è vero per quello che mi riguarda, ma orgogliosamente rivendico tutto ciò che ho fatto, non rinnego nulla, ma penso che se un uomo, col passare degli anni, non riconosce i propri eccessi, se pur in buona fede, ha vissuto inutilmente! Dobbiamo lasciare, generazione dopo generazione, quando è possibile un mondo migliore di quello che abbiamo trovato, e questo vale per tutto: politica, ecologia, ambiente socializzazione! La piazza, a cui si fa tanto ricorso in questi giorni, da solo prova di muscolarità, non di maturità: sono dell'idea che si dovrebbe discutere e proporre, confrontandosi il più serenamente possibile, invece di manifestare urlando nelle strade e favorendo così il solito scempio creato dalla politica del vandalismo e dell'affermazione violenta. Amo profondamente questo Paese, darei la vita per Esso, voi direte: bella forza, hai 73 anni! Di questo dispongo, non faccio miracoli, ma lo metterei volentieri sul piatto della bilancia della Storia per poter vedere per un secondo solo questa mia Patria pacificata, a disposizione di tutti i suoi figli, non minori e non maggiori, vivere nella più bella realtà che il Destino ci ha donato! Gianluca Bonazzi di Sannicandro Muscoline

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