La condivisione informatica sia l’obiettivo

di Nilo Pedersoli

Gentile direttore, sere fa, scorrendo i canali TV, incappavo in uno dei servizi di «Report», nota trasmissione della RAI, in cui venivano evidenziati vari malfunzionamenti del nostro Paese. In quel momento l’argomento oggetto di critica era la non condivisione informatica fra Regioni del percorso clinico dei cittadini, in quanto ognuna aveva adottato sistemi diversi, tanto da vanificare la possibilità di accedere ai dati dei pazienti. Da parte del conduttore: apriti cielo! Giù sermoni contro le Sanità regionali, le autonomie, il federalismo e di tutto questo il male assoluto. Ciò può essere vero, ma andava menzionato anche l’alto livello di eccellenza di alcune. Vorrei tuttavia far notare che lo Stato centrale quando ha ritenuto mettere mano a qualcosa che a suo giudizio non funzionava, in prevalenza, l’ha uniformato al ribasso. È sempre potuto intervenire quando e come ha voluto su motivazioni di intesse generale. Tanto per fare un esempio. Ultimamente il ministro delle Autonomie Regionali, Mariastella Gelmini, in difformità a quanto era logico aspettarsi, lo ha fatto contro Regione Lombardia sul regolamento riguardante lo spandimento di gessi e fanghi sui campi aggiornato degli assessori Fabio Rolfi e Raffaele Cattaneo, annullando d’imperio quanto era già stato regolamentato dalla Regione. Non sarebbe il caso che il ministro utilizzi le sue prerogative mettendo mano a questa strana situazione di non condivisione informatica e vi ponga rimedio, una volta per tutte, emanando disposizioni risolutive? Nilo Pedersoli

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