Onorare i morti riflette il culto per la vita

Gentile direttore, oggi visitare un cimitero è qualcosa che ci fa restare stupiti per quanta gente lo frequenti per visitare i defunti, non solo nel mese di novembre tradizionalmente dedicato ai morti. Recarsi a visitare le tombe dei propri cari è un rituale che ci fa capire il cordone ombelicale che ci lega inconsapevolmente a loro, con i quali possiamo condividere l’esistenza terrena. Visitare la tomba del proprio caro non è soltanto un’abitudine dei tempi passati, che trova radici da quando l’uomo esiste, poiché da allora esiste anche la morte. Il legame con chi ci ha preceduto è come un bisogno, se così può essere definito, dell’uomo che vuole conservare la continuità con il vissuto passato, come a garanzia che vi sia una continuazione della vita oltre la morte. L’impressione di chi quotidianamente vive e lavora negli ambienti sanitari è che il mondo contemporaneo ritenga che oggi non si debba più morire, e che qualunque mezzo debba essere usato in ogni condizione patologica anche a tarda età, quando non ci sono più le condizioni fisiologhe per sostenere modalità diagnostiche e terapeutiche complesse. La società moderna sembra voler occultare la malattia e la morte. Sono cambiati i costumi, in effetti si muore meno in casa, così come in casa si assistono meno i malati perché nelle case non ci sono più persone, salvo assumere le badanti, perché l’assistenza sarebbe spesso particolarmente complessa. Oggi non ci sono più i nuclei familiari di un tempo, e quindi tutto è delegato alle istituzioni, dalle quali ci si aspetta tutto. Tutti i nostri importanti poeti, da Dante a Petrarca, da Leopardi a Foscolo, hanno tratto ispirazione per le loro poesie dal culto delle tombe e nelle loro opere si intravede la speranza di una possibile continuazione della vita oltre la tomba. In conclusione posso dire che tutta la cultura si basa letteralmente sul culto dei morti; senza attenzione per chi ci ha preceduto non vi è attenzione per l’uomo, perché piaccia o no, la morte è parte della vita, al pari della nascita: nascita e morte delimitano la vita, così come l’alba e il tramonto delimitano il giorno, spesso creando somiglianze di colori. Onorare i defunti, dunque, riflette il culto per la vita. Elisa Lavanga

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