STATI UNITI

"In vent'anni mai vista la paura così da vicino"

di Magda Biglia

“Abito nel cuore di Manhattan da vent'anni, ma non mi era mai capitato di tastare così la paura. Neanche nel settembre del 2001 la gente era tanto spaventata. Allora c’era sgomento, incredulità per l’enormità dell’attacco. Si era creato, però, un senso diffuso di solidarietà, di orgoglio e di rispetto, grande rispetto per le vittime delle torri gemelle e per i soccorritori. In questa occasione, invece, non si percepiva affatto un sentire comune, la paura era individuale, al massimo famigliare. Gli appartamenti si svuotavano e si partiva, via, nelle seconde case o da parenti e amici. Pochissimi approdavano a New York. Le strade erano insolitamente silenziose e mezze vuote, persino nelle ore di punta. Central Park, che sarebbe stato il luogo ideale per mantenere le distanze canoniche, era pieno delle tende degli ospedali. Me ne sono andato anch’io. Con uno dei pochi voli disponibili ho raggiunto la mia casa nell’Algarve”. E sì che nella sua vita di collaboratore Onu e di lavoro in Africa, nella Cambogia dei Khmer rossi, nel Libano post guerra civile di cose ne ha viste Dario Loda, classe 1948, laurea in Scienze politiche a Milano, dottorato a Coimbra. Nessuno però si aspettava questo.

“In Portogallo- racconta- la situazione era molto diversa al mio arrivo, con pochi contagi. Ma la baldanza di chi era fiero di averla scampata e si credeva invulnerabile ha fatto precipitare il Paese in un abisso che ha sconvolto tutti: è diventato inevitabile pensare a misure draconiane. Le restrizioni si applicano dovunque. Regioni trasgressive e province virtuose sono trattate alla stessa maniera: l’Algarve, con una curva ridimensionata dopo lo choc di fine anno, è stato penalizzato pesantemente. Ora nell’America del dopo Trump, dove la mia vicina è andata in farmacia e si è fatta vaccinare addebitando il costo all’assicurazione, credo che alla fine dovrò tornare presto. Qui la campagna vaccinale va a rilento, però temo il viaggio in aereo perché sono convinto che i trasporti siano uno dei luoghi più pericolosi. Ancora qualche giorno, poi vedrò che cosa decidere”.

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