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Brescia, in Loggia entrano Mehmood, Ashkar e Singh: ecco chi sono i tre consiglieri di origini straniere

di Paola Buizza e Luca Goffi
La tornata elettorale del 14 e 15 maggio ha portato una ventata di novità anche tra i banchi del Consiglio comunale
Da sinistra: Arshad Mehmood (Brescia Capitale), Iyas Ashkar (Civica Castelletti)  e  Balwinder Singh (Civica Rolfi). Per la prima volta, a Brescia, consiglieri comunali di origini straniere
Da sinistra: Arshad Mehmood (Brescia Capitale), Iyas Ashkar (Civica Castelletti) e Balwinder Singh (Civica Rolfi). Per la prima volta, a Brescia, consiglieri comunali di origini straniere
Da sinistra: Arshad Mehmood (Brescia Capitale), Iyas Ashkar (Civica Castelletti)  e  Balwinder Singh (Civica Rolfi). Per la prima volta, a Brescia, consiglieri comunali di origini straniere
Da sinistra: Arshad Mehmood (Brescia Capitale), Iyas Ashkar (Civica Castelletti) e Balwinder Singh (Civica Rolfi). Per la prima volta, a Brescia, consiglieri comunali di origini straniere

Arshad Mehmood, è nato in Pakistan. Iyas Ashkar è palestinese. Balwinder Singh arriva dall'India. Tre uomini con storie diverse alle spalle che hanno scelto Brescia per la loro nuova vita, ormai diversi anni or sono, e che hanno scritto un paragrafo importante di quella vittoria già di per sé unica segnata da Laura Castelletti, prima sindaca nella storia della città. Sono infatti loro i primi tre consiglieri comunali di origine straniera.

Siederanno tra i banchi di palazzo Loggia in rappresentanza della maggioranza di centrosinistra (Arshad Mehmood e Iyas Ashkar) e della minoranza di centrodestra (Balwinder Singh). Il 14 e 15 maggio, alle urne, gli elettori bresciani hanno dato le loro preferenze non solo ai candidati sindaco ma anche a coloro che avrebbero voluto vedere in Consiglio. E il verdetto ha decisamente portato a una ventata di novità, specchio fedele di una Brescia che cambia, sempre più multietnica. E che da oggi avrà anche voce in Consiglio comunale.   

Arshad Mehmood, pakistano eletto nella lista Brescia Capitale

Il neo consigliere in Loggia della lista Brescia Capitale, è nato in Pakistan ed è un imprenditore. A Brescia si è talmente integrato che ha fatto suo anche il dialetto. «In Consiglio comunale voglio portare i temi delle culture lontane, bisogna alimentare la conoscenza reciproca: speriamo che questa diventi una casa accogliente per i nostri figli, Inshallah - spiega Mehmood -. Affinché questo avvenga, è necessario abbattere i muri. Finché mancherà una reciproca apertura, è normale che le persone cadano nel pregiudizio e commentino senza conoscere: "l’è fat isé". Siamo qui per accrescere la ricchezza nella terra bresciana». Mehmood ha messo nel mirino un ulteriore aspetto: «Tengo molto alla sicurezza, voglio che Brescia diventi sicura 24 ore su 24. Non soltanto per i bambini e le anziane: tutti devono camminare per strada senza ricevere fischi e senza avere il minimo timore - ha dichiarato Mehmood -. Sono necessarie più telecamere e più personale che presidi il territorio».

Infine una battuta per abbattere gli steccati ideologici. «Io sono un imprenditore, commerciante di macchinari industriali a Castel Mella e vivo a Capriano del Colle quindi sì, a Brescia potete chiamarmi straniero - ha concluso il leader di Brescia Capitale -. Ma sono dell'idea che più si ama una terra, più questa ti accoglie. Io amo questa città».

Iyas Ashkar, palestinese eletto nella lista civica di Laura Castelletti

Ashkar ha 44 anni, è un noto ristoratore e vive a Brescia dal 2002: «Sono palestinese, a questa città ho legato gli anni più belli della mia vita, qui ho completato la mia formazione professionale e culturale - spiega il neo eletto -. La mia intenzione è restituire una parte di ciò che la città mi ha regalato». Il consigliere della civica Laura Castelletti sindaco si è detto orgoglioso per il traguardo raggiunto. «Ritengo sia stato un bel risultato, sono molto soddisfatto: la maggioranza dei voti presi proviene da amici, conoscenti e tutte le persone che hanno seguito la campagna elettorale - afferma Ashkar -. Sono voti meritati ma adesso sulle mie spalle c'è grande responsabilità: 512 persone hanno riposto in me fiducia e rappresenterò l'intera città».

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Non soltanto un'attenzione all'integrazione dei cittadini stranieri, alle tematiche del commercio e alla vocazione turistica della città, il ruolo che vorrebbe ricoprire nei prossimi cinque anni, è di «paladino degli ultimi». «Il mio impegno è dare voce e risposte alle persone deboli, in difficoltà - ha analizzato il palestinese -. Gli ultimi non sempre sono gli stranieri, pensiamo agli anziani soli, alle mamme single, ai disoccupati, il disagio non ha componente straniera».

Nel prossimo Consiglio comunale la presenza di «nuovi bresciani» sarà elevata e Ashkar ha spiegato il motivo. «Dieci anni di politiche giuste ed inclusive portate avanti dalla giunta Del Bono - Castelletti hanno cambiato la città ed hanno aperto al dialogo senza diffidenza né pregiudizi - dichiara Iyas Ashkar -. Siamo stati eletti in tre nuovi italiani, ma potrebbe non essere finita qui, poiché pare altamente probabile la riconferma di Alessandro Cantoni in giunta. (a quel punto potrebbe liberarsi un posto anche per Laisa Rabaran ndr)

Balwinder Singh, un indiano a fianco di Rolfi

Le nuove frontiere dell'integrazione. «Ho chiamato la mia ultima figlia Giulia, in modo tale che i suoi coetanei imparassero il suo nome con maggior facilità». Questa l'esperienza di vita del consigliere comunale della lista Fabio Rolfi Sindaco, l'indiano Balwinder Singh, arrivato a Brescia nel 2001. Il neo eletto in Loggia si rivolge a chi ha scelto di lasciare la propria terra per vivere a Brescia. «La cosa importante è lavorare e rispettare le regole - spiega -. Io mi sono sentito accolto e mi sono sempre trovato bene a Brescia. Non ho mai sentito l'esigenza di andare via da qui, è una bella città».

Singh non nasconde la propria ambizione nella competizione elettorale. «Speravo che Rolfi vincesse, ho il nervoso perché il grande lavoro che ha fatto purtroppo non si è tradotto nei risultati auspicati - ammette il neo consigliere, di professione responsabile delle saldature in una azienda -. Ero convinto della mia elezione, anzi a voler ben vedere, ho preso pochi voti: il mio obiettivo era tra le 500 e le 600 preferenze, tuttavia gli altri indiani nelle altre liste mi hanno drenato del consenso». Il consigliere comunale di minoranza ha indicato i suoi impegni per i prossimi cinque anni. «Il problema che affrontano gli stranieri riguarda i rinnovi delle carte d'identità e gli alloggi che sono molto cari - ricorda -. Anche i rinnovi dei passaporti procedono a rilento, questo non mi piace».

Non un muro tra sé e la maggioranza, il neoeletto ha però rimarcato le differenze. «La sinistra parla soltanto e non ascolta mai. In consiglio, Laura Castelletti sarà obbligata ad ascoltare le nostre istanze - ha rimarcato Singh -. Purtroppo lei non conosce i nostri problemi: vive in centro storico dove la realtà degli immigrati è diversa. Però auspico si possano trovare dei punti di contatto». Balwinder Singh mette l’accento anche sulla questione sulla sicurezza. «Rolfi è stato chiaro nel rappresentare le esigenze di tutti i cittadini - sottolinea -. Tanti ladri entrano in casa e rubano, è capitato persino a me che abito al quarto piano, non hanno trovato niente, ma hanno lasciato la casa a soqquadro. Davvero una brutta esperienza. Parleremo con Castelletti vedremo cosa risponderà».

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