L'INTERVISTA

Castelletti: «C'è consenso sul programma: i numeri ottenuti parlano chiaro»

di Eugenio Barboglio
«La ricetta? Ci siamo presentati agli elettori con un biglietto da visita importante, il lavoro di impegno e strategia di questi anni. Un lavoro condiviso con la città»
L’abbraccio con Federico Manzoni, il vicesindaco designato della prossima giunta guidata da Laura Castelletti
L’abbraccio con Federico Manzoni, il vicesindaco designato della prossima giunta guidata da Laura Castelletti
L’abbraccio con Federico Manzoni, il vicesindaco designato della prossima giunta guidata da Laura Castelletti
L’abbraccio con Federico Manzoni, il vicesindaco designato della prossima giunta guidata da Laura Castelletti


Laura Castelletti arriva in Loggia che le sezioni scrutinate sono meno del 50%. Ma ormai si capisce che la valanga non si fermerà. Da via Mazzini, sede del suo comitato elettorale, alla Loggia sono poche decine di metri. La piazza è già in festa.

Castelletti, lei è la prima donna sindaco di Brescia. Sente orgoglio, ma anche un di più di responsabilità?
Un di più sì. Un senso di responsabilità che mi arriva dall’insegnamento di altre donne della mia generazione. Ma non si è sindaci delle donne o degli uomini, ma si è sindaci di tutti.

Alla conferenza di Confartigianato lei aveva detto: non vincerò al primo turno, ma vincerò al secondo. È stata la scaramanzia che ha trattenuto l’ottimismo?
Sì, forse anche un po’ di scaramanzia. Ma fare politica da molti anni ti insegna che non bisogna dare nulla per scontato. Detto questo, non mi era sfuggito il sentimento positivo della città, una città che frequento da tanti anni. Al di là di tutto questo resta un risultato molto significativo.

Lei ha preso quasi 11 mila voti più del candidato del centrodestra. Non ha vinto solo nella zona Ztl?
Quello lo sapevo anche prima. La storia delle Ztl o del radical chic sono etichette che ti mettono addosso quando non hanno altri argomenti. Quando non sai cosa dire passi alle offese o a sminuire la figura dell’avversario. Noi non lo abbiamo mai fatto in questa campagna elettorale, non abbiamo raccolto provocazioni. Se vuole la notizia, le dico che le Ztl evidentemente sono arrivate in provincia! Penso che bisogna usare altri termini quando si parla di me e di una coalizione che ha instaurato un rapporto solido con la città e i suoi cittadini.

Cinque anni fa, quando Del Bono vinse al primo turno, molti dissero che quel risultato era il frutto del valore aggiunto dato dall’ex sindaco. Lei oggi ha ottenuto una percentuale ancora superiore. Si sente un valore aggiunto?
Non lo dico io, ma i numeri parlano chiaro. Come ho detto è stato un risultato molto significativo. Ma ci siamo presentati agli elettori con un biglietto da visita importante. Quello di un lavoro di grande impegno e strategia fatto in questi anni. Un lavoro condiviso con la città. Non è stato semplice, ma il livello di coinvolgimento è stato alto. Non c’è troppo da stupirsi se poi la gente ti restituisce in termini di consenso.

Come ha vissuto le ore immediatamente prima dello scrutinio. Con il suo staff? Con la famiglia? Con le persone che le sono state accanto in queste lunghe settimane?
Sono andata a fare una passeggiata nei boschi e ho staccato il telefono. Avevo voglia di isolarmi e di contatto con la natura. Credo che la natura aiuti a stare in equilibrio. Poi sono tornata al comitato elettorale in auto, con la musica di una compilation di artisti bresciani. Nella mia vita la musica ha una parte importante.

Cosa farà nei prossimi mesi?
Quello che abbiamo scritto nel programma. Un programma che abbiamo condiviso nella coalizione. E che ha avuto un largo consenso.

Il primissimo atto della sua consiliatura quale sarà?
Beh, sarà costruire la squadra che mi affiancherà in questi cinque anni. Una giunta che sia all’altezza delle aspettative dei bresciani, che porti esperienza, competenza, entusiasmo e passione. Perché servono anche i sentimenti per governare.

L’hanno votata in tanti, ma in tanti sono rimasti a casa. L’astensionismo resta una malattia della nostra democrazia anche a livello locale?
Certamente, è un problema che investe tanto i bresciani quanto tutti gli italiani. Ma qui abbiamo superato del 10 per cento circa l’affluenza delle scorse Regionali. Una prova che i bresciani hanno ancora voglia di decidere e di essere coinvolti nel governo della città.

Quanto tempo servirà per formare la nuova giunta?
Quello necessario. Il governo della città deve essere messo nelle migliori condizioni per agire. Ho esperienza, e so che ci vuole il tempo che ci vuole. Ma anche la rapidità delle risposte.

Il suo orientamento è di mantenere una parità tra maschi e femmine?
Comunicherò le mie scelte a tempo debito. Ma sì, questo è il mio intendimento.

La città ha espresso un voto controcorrente rispetto ad altri comuni bresciani e al trend nazionale e regionale.  
Non controcorrente rispetto a molti importanti capoluoghi che guardano all’Europa né rispetto alla storia di questa città. Purtroppo, abbiamo sentito enfatizzare da Fabio Rolfi il problema del possibile disallineamento tra Brescia e gli altri livelli istituzionali. Da donna delle istituzioni spero sia stato solo un brutto scivolone. Perché credo che i bresciani e le bresciane che, lo dico brutalmente, pagano le tasse, abbiano diritto ad avere risposte a prescindere da allineamenti o non allineamenti. Le istituzioni debbono fare le istituzioni perché è il loro dovere. Al di là delle boutade elettoralistiche. •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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