Acqua «contaminata»
in un Comune
su due

di Cinzia Reboni

Duecentoquarantotto casi di «contaminazione» batterica su un volume di 25.092 test eseguiti. Praticamente meno dell’1%. Fin qui la notizia buona. Quella «cattiva» è che, rispetto all’anno precedente, ci sono 21 Comuni in più che nel 2018 hanno fatto registrare la presenza di germi nella rete idrica. Nel 2017 erano 136 i campioni non a norma, rilevati in 64 paesi. Facendo un ulteriore passo indietro, nel 2016 erano stati 139 i test negativi in 68 Comuni. Un trend negativo che sembra tuttavia essere stato invertito nel nuovo anno. Nel primo semestre del 2019 i campioni non conformi sono stati soltanto 35. Nel 2018 sono stati eseguiti 5.655 test, 2.231 quelli relativi al primo semestre 2019. Sono stati 25.092 i test eseguiti lo scorso anno e 10.029 quelli già effettuati quest’anno. Facendo una media, sono 20,66 al mese i campioni non conformi rilevati nel 2018, mentre si scende a 5,83 test negativi mensili nel primo semestre 2019. LA VULNERABILITÀ delle falde e una rete idrica a tratti inadeguata resta un problema, ma l’acqua è sempre più controllata e sicura. Merito della «stretta sorveglianza» di Ats, il cui compito è di garantire un adeguato monitoraggio dell'«oro blu» destinato al consumo umano. Nel 2018 84 Comuni si sono trovati a fare i conti con la presenza di batteri nei punti di emungimento. Di questi, ben 70 hanno risolto il problema nel primo semestre 2019 e sono «spariti» dalla black list. Per 14 invece la contaminazione si è ripresentata. Dal primo gennaio al 30 giugno 2019 sono nel frattempo entrati nella fascia di sorveglianza altri 9 paesi: tra questi, Adro, Borgosatollo, Cigole, Castrezzato, Cazzago San Martino, Erbusco, Montirone, Nuvolera e Travagliato, che non avevano mai presentato anomalie nel 2018. Il monitoraggio effettuato dall’Ats di Brescia riguarda i 727 punti rete presenti sul territorio (29 nella sola città), mentre i cosiddetti «controlli di routine» di pozzi, sorgenti e punti di approvvigionamento da corpo idrico superficiale - vale a dire laghi e torrenti - è di competenza degli enti gestori dell'acquedotto. Le analisi dei campioni di acqua effettuate dal Laboratorio di Sanità pubblica dell'Ats - 164 i Comuni sotto tutela del distretto di Brescia - sono volte a rintracciare la presenza di microrganismi indicatori di contaminazione microbiologica (in particolare di natura fecale) o chimica, che può derivare da fenomeni naturali o da attività produttive. Per quanto riguarda il reparto microbiologico, vengono indagati i parametri di conta batterica a 22 e a 36 gradi, i coliformi, ossia la contaminazione da patogeni, l'escherichia coli, indice di inquinamento fecale o potabilizzazione insufficiente, gli enterococchi (sospetta presenza di enterovirus), il clostridium perfrigens con presenza di spore, gli stafilococchi patogeni e la pseudomonas aeruginosa, che indica la presenza di carbonio organico assimilabile dai batteri. Il più delle volte le anomalie sono estemporanee. É il caso di Vobarno, dove nel 2018 si registravano 12 campioni non conformi, e nel primo semestre di quest’anno sono state azzerate tutte le anomalie. Altri paesi hanno raggiunto «quota zero»: Sulzano (aveva 10 test negativi nel 2018), Gargnano (9) e Lavenone (8). Anche Bagolino è riuscito ad «abbattere» i dati del 2018: da 8 test negativi è sceso a 1. Meglio ancora ha fatto Sarezzo, con un calo di campioni inquinati da 11 a 2. «La qualità dell’acqua è fondamentale, e non deve mai venir meno il controllo a garanzia dei cittadini - spiega il sindaco di Sulzano Paola Pezzotti -. I valori negativi riscontrati nei punti di prelievo nel corso del 2018 sono stati azzerati nel primi mesi di quest’anno, e questo grazie agli interventi promossi dal gestore Acque Bresciane, pronto ad intervenire non appena si verificano esuberi di cariche batteriche». Anche Gargnano ha dichiarato «guerra» a batteri ed escherichia coli, eliminando i 9 campioni non conformi del 2018. «Non si sono mai verificati casi di intossicazione - precisa il sindaco Giovanni Albini -. A volte è sufficiente una piccola perdita non segnalata, perchè magari non visibile, per provocare una contaminazione, ma normalmente l’intervento è rapido ed i valori rientrano immediatamente. É un problema che si registra solitamente in estate, quando c’è maggior richiesta di acqua». •

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