Addio Slogan
del Duce, polemica
a Roncadelle

di Francesco Gavazzi
L’edificio di via Cismondi dove è stata oscurata la scritta
L’edificio di via Cismondi dove è stata oscurata la scritta
L’edificio di via Cismondi dove è stata oscurata la scritta
L’edificio di via Cismondi dove è stata oscurata la scritta

«È l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende». La mano di vernice stesa sulla storia che tutti (o quasi) vorrebbero cancellare per sempre ha scatenato un vortice di polemiche a Roncadelle.


DURANTE IL RESTYLING di un’abitazione di Roncadelle, uno degli slogan pronunciati dal Duce, sopravvissuto alla caduta della dittatura è stato coperto da una spessa mano di intonaco e vernice. In molti hanno apprezzato la scelta, altri spingono per l’operazione nostalgia chiedendosi se le scritte dovevano essere in qualche modo tutelate e conservate come patrimonio storico. L’Amministrazione civica per ora resta alla finestra, anche se di fronte all’inatteso rovente dibattito scatenato dal caso ha assicurato che chiederà lumi alle Belle Arti. Tutto è cominciato durante i lavori di ritinteggiature dell’abitazione all’incrocio tra via Cismondi e via Martiri della Libertà: la squadra di imbianchini incarica dei lavori ha oscurato la scritta retaggio del ventennio fascista che campeggiava sulla facciata esterna della casa. Allo slogan che risale agli anni della dittatura di Benito Mussolini, la popolazione si era decisamente assuefatta, erano considerate da molti come una sorta di patrimonio (negativo o positivo a seconda dei punti di vista, purtroppo) da conservare come memoria storica del paese.


SUI SOCIAL sono cominciate a moltiplicarsi le richieste di chiarimenti all’Amministrazione civica guidata dal sindaco Damiano Spada. Al momento nessuno sa ancora con certezza se quelle scritte fossero ufficialmente sotto la tutela di qualche ente in quanto patrimonio storico (più o meno supposto) di Roncadelle. «Nessuno ha chiesto alcuna autorizzazione agli uffici comunali, anche perché di solito non ci sono vincoli per tinteggiare gli esterni di una casa privata – spiega il vicesindaco Paolo Lucca -. Stiamo comunque verificando se la Sovrintendenza ai Beni Culturali avesse imposto qualche tipo di tutela, ma se così non fosse non c’era proprio alcun permesso da richiedere».


IN PARTICOLARE, la scritta sul muro diventata negli ultimi anni piuttosto sbiadita riprendeva una citazione del discorso pronunciato da Benito Mussolini nel dicembre del ’34, in occasione dell’inaugurazione della provincia di Littoria. Al netto del dibattito sui social tra nostalgici e sostenitori della decisione di cancellare ogni ricordo del Duce, in altri paesi scritte e insegne sono state conservate come monito, un cimelio di memoria degli anni oscuri per evitare che quel periodo non si ripeta.


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