Ai tempi supplementari la strada dei cavatori

di V.MOR.
L’incompiuta di Montichiari risale ai primi anni Novanta
L’incompiuta di Montichiari risale ai primi anni Novanta
L’incompiuta di Montichiari risale ai primi anni Novanta
L’incompiuta di Montichiari risale ai primi anni Novanta

Le ennesime modifiche apportate al progetto della strada dei cavatori di Montichiari rischiano di allungare i tempi della sua realizzazione. La rivisitazione dell’opera è avvenuta negli ultimi tre anni e a questo punto sarà necessario un passaggio in consiglio comunale per avviare definitivamente la grande incompiuta di Montichiari. In vista di una nuova conformità urbanistica servirà approvare una variante al Piano di governo del territorio. Si tratta di un tassello fondamentale per evitare eventuali ricorsi al Tar da parte dei proprietari dei diversi terreni che dovranno essere espropriati per ultimare l’arteria stradale. Intanto è stata riavviata da parte della Provincia di Brescia la procedura inerente la Valutazione ambientale strategica per la strada dei cavatori, anche se con grande probabilità nelle prossime settimane questo percorso potrebbe essere accantonato. La strada dei cavatori è il collegamento mai completato che dovrebbe ridurre il traffico della tangenziale e delle strade comunali intercettando i camion diretti alle discariche. Le novità contenute nelle ultime modifiche del progetto dell’opera, in carico a cavatori e gestori dei siti di smaltimento che operano nell’Ate 43 di Vighizzolo, prevede che «il tracciato proposto ripercorra quello preesistente, ma potenziandolo in termini dimensionali. E inoltre si introduce un’innovazione nell’ultima parte a Nord, in modo da rendere più fluido il traffico dei camion. Quindi - è scritto nei documenti del Broletto - vengono introdotte quattro nuove rotatorie (in totale sei) funzionali agli accessi in sicurezza agli ambiti estrattivi». Passerà però almeno un anno per dare il definitivo via libera ai lavori per ultimare la strada dei cavatori. Rimasta a metà, era nata su un progetto esecutivo risalente all’ormai lontano 1993. Quasi due anni fa il Consiglio di Stato aveva respinto il ricorso presentato dai proprietari dei fondi di Vighizzolo che avevano impugnato l’accordo quadro tra Comune e titolari di attività di escavazione. Un ricorso rivolto al presidente della Repubblica per decorrenza dei termini e che era stato ritenuto «inammissibile», perché le aree al centro della contesa erano già state oggetto di un contratto preliminare di vendita sottoscritto proprio dai ricorrenti. Nel frattempo alcuni impianti di smaltimento hanno esaurito la loro capacità, mentre ciò che è stato costruito del tracciato alternativo è desolatamente abbandonato. •

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