Aiuti a chi
rinuncia ad
abortire. Dibattito aperto a Borgosatollo

di Cinzia Reboni
Un altro Comune bresciano potrebbe stanziare un sussidio per le madri che rinunciano ad abortire
Un altro Comune bresciano potrebbe stanziare un sussidio per le madri che rinunciano ad abortire
Un altro Comune bresciano potrebbe stanziare un sussidio per le madri che rinunciano ad abortire
Un altro Comune bresciano potrebbe stanziare un sussidio per le madri che rinunciano ad abortire

Anche Borgosatollo si candida ad entrare nel novero dei Comuni pro-vita. Nella prossima seduta approderà in Consiglio comunale una mozione a sostegno della vita nascente che auspica interventi mirati a favore delle gestanti in difficoltà economiche, e per questo più esposte al passo dell’interruzione della gravidanza. IL DOCUMENTO - firmato dai consiglieri di minoranza Angelica Meucci, Gianpietro Venturini, Fabiana Usanza ed Agostino Scaroni - chiede al sindaco e alla Giunta di attivarsi affinché «si provveda ad istituire un fondo di sussidio alla maternità che fornisca alla donna intenzionata ad abortire, anche a causa di necessità economiche, la possibilità di avvalersi di un intervento economico straordinario subordinato alla disponibilità della donna ad aderire ad un progetto sociale individualizzato». «Circa la metà delle interruzioni di gravidanza avvengono per ragioni di povertà economica - sottolineano i consiglieri del gruppo Prima Borgosatollo -: risulta quindi doveroso da parte delle istituzioni mobilitarsi per limitare questa situazione». I quattro firmatari della mozione chiedono di «istituire un fondo di aiuto alle madri in gravidanza difficile, oppure designare un sostegno economico da inserire nel bilancio comunale, attraverso un finanziamento adeguato nei confronti di associazioni operanti sul territorio che abbiano istituito progetti di aiuto alla vita nascente, come ad esempio il Progetto Gemma del Movimento per la vita o i Centri di Aiuto alla vita». La proposta dei consiglieri di minoranza prevede anche di mettere in atto campagne di informazione alle donne e alle coppie che affrontano una gestazione difficile a causa di presunte malformazioni del feto e sulle conseguenze legate a problemi di tossicodipendenza, a chi si trova ad assistere un bambino affetto da gravi malattie e malformazioni, ed infine a promuovere un’opera di informazione sulla tutela della maternità, con particolare attenzione ai diritti previsti in ambito lavorativo. Già altri Comuni bresciani hanno approvato la mozione. Capofila è stato Marone, che l’ha votata nel dicembre scorso. Sono poi seguiti Prevalle, Flero, Cazzago, Castel Mella, Bagnolo, Ghedi, Iseo e Montirone, mentre a Palazzolo è stata bocciata. «La mozione richiama valori cristiani che vanno al di là di ogni colore politico - sottolinea Angelica Meucci -, e dovrebbero essere condivisi da tutti». A Iseo, però, il «Sostegno alla vita nascente» ha scatenato una bagarre in aula. Il sussidio di 160 euro per 18 mesi, per un totale di 2.880 euro, erogato attraverso il finanziamento di associazioni operanti sul territorio, tra cui proprio il Progetto Gemma, non ha trovato d’accordo le minoranze. •

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