Altro che
Terra dei fuochi.
I rifiuti diventano risorsa

di Cinzia Reboni
MyReplast di Bedizzole: un modello di economia circolare dei rifiuti
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MyReplast di Bedizzole: un modello di economia circolare dei rifiuti
MyReplast di Bedizzole: un modello di economia circolare dei rifiuti

Cinzia Reboni Da «terra dei fuochi» del nord Italia a modello di economia circolare nel trattamento dei rifiuti, il passo potrebbe essere davvero breve per Brescia. La nostra provincia sta pagando dazio alla politica scriteriata dello smaltimento selvaggio degli anni passati. Nel Bresciano sono settantasei i siti contaminati da solventi, cromo esavalente, metalli pesanti e idrocarburi. In quattro paesi su dieci c’è insomma una bomba ecologica innescata in attesa di bonifica. Ma il presente mostra uno scenario incoraggiante: a livello di impianti, gestione e smaltimento dei rifiuti, compresi quelli speciali, Brescia è una delle zone più virtuose dell’Unione Europea. Lo afferma la Commissione d’inchiesta guidata da Niccolò Carretta dei Lombardi Civili Europeisti, che dopo oltre un anno di lavori, sedute, audizioni e sopralluoghi, ha presentato la relazione finale - un documento di 205 pagine e 179 allegati - che mette in evidenza aspetti positivi, critici e propositivi in tema di rifiuti. L’ANDAMENTO sostanzialmente positivo del sistema lombardo è confermato da una serie di indicatori, tra cui la produzione pro-capite totale di rifiuti di 466,7 kg per abitante, inferiore alla media nazionale di 489,2 kg, ed il 70% della raccolta differenziata - con un aumento di quasi 15 punti percentuali in quattro anni - che colloca la Lombardia al terzo posto in Italia, dopo Veneto e Trentino Alto Adige. A fronte di una situazione piuttosto omogenea sul territorio, a «tirare la volata» sono in particolare tre provincie: Brescia con il 76,4% si attesta al terzo posto, dopo Mantova con l’87,1% e Cremona con il 78,3 per cento. La percentuale di recupero complessivo dei rifiuti urbani in tutta la Lombardia è pari all’85% - di cui materia al 60,9% ed energia al 24,1% -, con un trend in costante crescita nell’ottica dell’economia circolare, con un lieve aumento rispetto all’anno precedente (84,7%). Da evidenziare la diminuzione nella produzione dei rifiuti urbani - con un trend costantemente in calo negli ultimi dieci anni (-9,5% rispetto al 2008), con conseguente riduzione della quantità smaltita in discarica (0,58% del totale) - e di parte dei rifiuti speciali, ed una gestione adeguata dei «pericolosi». IN LOMBARDIA è operativo un numero di impianti «efficiente e adeguato» - sottolinea il report della commissione d’inchiesta - sia per quanto riguarda il recupero di materia che di energia. Sul territorio insistono 13 dei 39 inceneritori esistenti in tutta Italia, tremila impianti complessivi di gestione rifiuti fissi e circa 300 mobili. Il tasso di avvio a riciclo di quei materiali che, pur raccolti per via differenziata, vengono avviati a smaltimento, si è assestato nel 2017 al 60,9%. Considerando quindi i trend degli ultimi anni, l’obiettivo di avvio a riciclo dei rifiuti urbani previsto dal Pacchetto economia circolare della Ue per il 2030, pari al 65%, «pare potenzialmente raggiungibile senza sforzi particolarmente gravosi». A destinare le risorse nell’economia circolare sono soprattutto i grandi gruppi industriali della provincia, mentre tra le medie imprese c’è minore propensione agli investimenti nel riciclo dei rifiuti, complice anche un limbo normativo nazionale. • (CONTINUA)

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