Andrea guarda tutti dal cielo in volo con il suo parapendio

di Massimiliano Magli
Il feretro di Andrea Facchetti lascia la chiesa parrocchiale di Urago d’OglioAndrea Facchetti, ieri l’addio della comunità di Urago d’Oglio
Il feretro di Andrea Facchetti lascia la chiesa parrocchiale di Urago d’OglioAndrea Facchetti, ieri l’addio della comunità di Urago d’Oglio
Il feretro di Andrea Facchetti lascia la chiesa parrocchiale di Urago d’OglioAndrea Facchetti, ieri l’addio della comunità di Urago d’Oglio
Il feretro di Andrea Facchetti lascia la chiesa parrocchiale di Urago d’OglioAndrea Facchetti, ieri l’addio della comunità di Urago d’Oglio

Don Vincenzo Arici ha salutato ieri mattina per l’ultima volta insieme ai familiari e a tanti amici il 25enne Andrea Facchetti. Per affrontare una omelia tanto difficile il parroco di Urago d’Oglio ha preso, simbolicamente, la vela del parapendio con cui Andrea è morto lo scorso fine settimana in Valle D’Aosta. «Si viene in chiesa in questi momenti per cercare risposte, ma io non ve ne posso dare – ha sospirato don Arici - La fede è un mistero, come mistero sono vita e morte. In chiesa non si ottiene la falsa consolazione che poi scompare come un velo quando si è a casa con se stessi. Di certo, però, se non ho risposte da dare, nemmeno chi, come gli amici, era vicinissimo ad Andrea può averne: ed ecco infatti che Andrea a un certo punto della sua vita lascia tutti di sasso e sceglie lavoro e sport sulle montagne della Valle D’Aosta. Qualcuno si era forse chiesto quanta pienezza e quanta gioia avesse raggiunto questo ragazzo?». Infine un pensiero di profonda consolazione ispirandosi alla Sapienza del Vecchio Testamento, dove il libro ricorda che la «vecchiaia veneranda non è la longevità, né si calcola dal numero degli anni; ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza; e un’età senile è una vita senza macchia». DON VINCENZO pensa al giovane Andrea, insomma, come a un saggio precoce che ha fatto le scelte più difficili per seguire la propria strada. Lo hanno confermato dall’altare le nipoti e gli amici che hanno espresso un pensiero per Andrea. «Proteggi tutti noi dalla montagna più alta» ha chiesto una delle nipoti, mentre gli amici sono tornati a chiamarlo con il suo diminutivo: «Paco ci hai fatto spesso lo scherzo di rientrare in paese senza dircelo, ora eccoti qua, in una chiesa stracolma per una notizia che mai avremmo voluto sentire. Sei sempre stato gentile e disponibile, pronto a passare le serate con noi anche quando la mattina dopo dovevi svegliarti presto». I compagni delle scuole superiori affranti per il tragico destino: «La paura in montagna lo teneva vivo. Ce lo ha sempre detto. In una vita intera non possiamo nemmeno sognarci di fare quello che hai fatto tu». E ancora Maurizio e Cristina che ne hanno ricordato la bontà e la timidezza, come pure la capacità di farsi voler bene dai bambini. Pensieri che sono stati rivolti in primis al papà Alberto, alla mamma Margherita Bergamaschi e alle sorelle Elena, Silvia e Raffaella. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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