Api sterminate, confermato l’avvelenamento

di C.REB.
Uno degli alveari decimati dalla moria delle api causata dai pesticidi
Uno degli alveari decimati dalla moria delle api causata dai pesticidi
Uno degli alveari decimati dalla moria delle api causata dai pesticidi
Uno degli alveari decimati dalla moria delle api causata dai pesticidi

Avvelenamento acuto o cronico da fitofarmaci. L’Ats di Brescia è risalita alla causa della morte di quasi cinque milioni di api avvenuta a fine agosto nei territori al confine tra le province di Brescia e Cremona, in particolare a Villachiara, Quinzano e Borgo San Giacomo e in alcuni apiari di San Gervasio e Desenzano. Le impollinatrici sono state uccise dai princìpi attivi di un fitosanitario specifico utilizzato sul mais. Le conclusioni dell’indagine sanitaria erano state anticipate nei giorni scorsi da Bresciaoggi: l’insetticida non rientra nella black list dei prodotti messi al bando ma va impiegato con le restrizioni previste sull’etichetta per tutelare api e insetti impollinatori. In questo caso invece l’antiparassitario sarebbe stato usato in modo improprio. Per approfondire la causa della moria, il gruppo di specialisti Fitosanitari di Ats Brescia hanno effettuato una serie di sopralluoghi rilevando una diminuzione tra il 60 e l’80% delle famiglie di api e campionando polline da favo e miele per la ricerca di eventuali molecole responsabili dell’avvelenamento. GLI ESAMI, EFFETTUATI nel laboratorio chimico dell’Istituto Zooprofilattico di Brescia, hanno portato alla luce la presenza in quantitativi significativi nelle api morte - e in minor quantità in polline e miele - dei princìpi attivi di un fitosanitario specifico utilizzato sul mais. L’azione acuta o cronica di questo tipo di prodotti può determinare mortalità o disorientamento che impedisce il ritorno delle bottinatrici, con spopolamento dell’arnia. Come ha spiegato a Bresciaoggi il dottor Carlo Madoglio, responsabile delle Anagrafi zootecniche del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Ats Val Padana di Cremona, intervenuta con Ats Brescia per prelevare i campioni nei territori di competenza, le analisi si sono concentrate in particolare su due sostanze impiegate per la lotta alla diabrotica e alla piralide del mais, che hanno provocato la strage di insetti perchè usate in particolari momenti di fioritura. La moria - precisa l’esperto di Ats Val Padana - «è stata innescata da fattori predisponenti, legati appunto alle diverse fasi fenologiche del mais». Gli effetti sono stati tuttavia devastanti per gli apicoltori della Bassa e del Cremonese che hanno visto sfumare in pochi giorni il lavoro di mesi. Ats Brescia sottolinea che sono ancora in corso accertamenti sui responsabili dei trattamenti e, nel caso fossero evidenziate non conformità, verranno adottati i dovuti provvedimenti di legge che prevedono tra l’altro l’emanazione di sanzioni amministrative. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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