Assegno sociale al «re» dei falsi

di Valerio Morabito
Il 40enne è stato condannato anche per ricettazione di calzature
Il 40enne è stato condannato anche per ricettazione di calzature
Il 40enne è stato condannato anche per ricettazione di calzature
Il 40enne è stato condannato anche per ricettazione di calzature

Cinque condanne in dieci anni. Un curriculum criminale di tutto rispetto che non ha scoraggiato un senegalese di 40 anni residente a Pontevico che come se nulla fosse, ignorando anche un decreto di espulsione, aveva presentato la richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno per «motivi di lavoro». Che poi la sua occupazione fosse la ricettazione, era un dettaglio trascurabile. Almeno per lui. Che tuttavia si è visto ovviamente respingere la domanda dalla Questura di Brescia a non rilasciargli il permesso di soggiorno. Per motivare il diniego è stata ricostruita la sequela di condanne inflitte dal 2010 al 2019 dai tribunali di Cremona, Bologna, Lodi, Brescia e Ancona per reati che vanno dalla contraffazione di abbigliamento e accessori firmati alla ricettazione di merce frutto di furti in boutique e grandi magazzini. Il tutto per un cumulo di condanne a 7 anni di reclusione e 23 mila euro di multa. Il senegalese grazie al riconoscimento del vincolo della continuità che ha esteso la sospensione della pena e la condizionale a una serie di ricorsi ancora pendenti in Cassazione non ha mai scontato un giorno di carcere. Ma dall’esame della sua richiesta di permesso di soggiorno è emerso un altro retroscena singolare. Il 40enne - come emerso dal verbale di un sopralluogo dei carabinieri - era ospite di un connazionale e aveva percepito prima l’indennità di disoccupazione erogata e successivamente il reddito di cittadinanza. Per completezza d’informazione il senegalese ha già impugnato il provvedimento della Questura. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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