Auto fantasma, faccia a faccia coi truffatori

Sarebbero 300 le persone raggirate dalla concessionaria di NovagliLa concessionaria finita al centro dell’incredibile vicenda
Sarebbero 300 le persone raggirate dalla concessionaria di NovagliLa concessionaria finita al centro dell’incredibile vicenda
Sarebbero 300 le persone raggirate dalla concessionaria di NovagliLa concessionaria finita al centro dell’incredibile vicenda
Sarebbero 300 le persone raggirate dalla concessionaria di NovagliLa concessionaria finita al centro dell’incredibile vicenda

Valerio Morabito Le indagini per identificare gli autori della «truffa Andromeda» hanno varcato i confini regionali e sono arrivate in Emilia-Romagna e in Campania. Anche a Forlì e a Pompei, alcune delle oltre 300 persone raggirate sono state raggiunte a casa dalle forze dell’ordine per effettuare dei riconoscimenti facciali. VOLTI DI INDIVIDUI che sarebbero gli autori della truffa della concessionaria con sede legale ai Novagli di Montichiari e operativa in via Mazzini a Castiglione delle Stiviere. «LA POLIZIA di Stato ci ha convocato - ha raccontato ad esempio Stefania, una donna truffata e residente a Pompei - ma purtroppo non ho riconosciuto nessuno». A dimostrazione che la maxi truffa è stata ben organizzata e ha coinvolto più soggetti. In tutto ciò continua ad emergere con insistenza in diversi riconoscimenti facciali il volto di un 41enne residente a Castiglione delle Stiviere, che sarebbe l’unico riconosciuto con certezza dalle sue vittime. Vale la pena ricordare che dalle carte delle denunce è emerso anche il nome di un 34enne pugliese legato alla criminalità organizzata. Quindi tra le menti che avrebbero orchestrato la truffa della concessionaria Andromeda, ci sarebbe un uomo legato al clan Di Cosola di Bari. Circa 10 anni fa, grazie a una operazione dei carabinieri, il 34enne era finito in carcere con altre persone per vari reati tra i quali quello di associazione per delinquere di stampo mafioso. Si tratta di una personalità già nota alle forze dell'ordine, originaria di Valenzano (Bari), su cui ora si concentrano le indagini. In un contesto del genere appare complicato risalire ai vertici piramidali della truffa e il contesto nel quale da un mese a questa parte siamo piombati, ovvero la pandemia da Covid-19, non semplifica la situazione. «Giustamente sono emerse altre priorità e adesso è diventato tutto più complicato», ha dichiarato Dino, altra persona raggirata. LA MEGA TRUFFA ha fruttato oltre 1,5 milioni di euro. Nella rete sono finite vittime quasi esclusivamente non bresciane, soprattutto residenti tra Cesena, Forlì e Rimini. Nessuna, o quasi, vive a Montichiari o nei paesi vicini. •

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