Bitumificio, il fronte del no va avanti da solo

di Valerio Morabito
Il pubblico raccolto lunedì fuori dalla sala consiliare di Montirone
Il pubblico raccolto lunedì fuori dalla sala consiliare di Montirone
Il pubblico raccolto lunedì fuori dalla sala consiliare di Montirone
Il pubblico raccolto lunedì fuori dalla sala consiliare di Montirone

La montagna non è riuscita a partorire neanche un topolino. È parafrasando questo motto celebre che si può sintetizzare l’esito del consiglio comunale di lunedì sera a Montirone: la maggioranza ha bocciato la richiesta del gruppo di opposizione «Viviamo Montirone», che chiedeva di individuare un tecnico esperto in materia ambientale o un legale esperto in diritto ambientale cui affidare l’incarico di valutare se sussistano i presupposti per un ricorso contro l’apertura del bitumificio nella cava Betulla. Un via più che probabile dopo che la Provincia ha dato il proprio via libera nella conferenza dei servizi decisoria. La mozione di minoranza chiedeva all’amministrazione guidata dal sindaco Eugenio Stucchi di «ricercare ogni altra soluzione utilmente attuabile ai fini di evitare l’entrata a regime dell’impianto». Prevedibilmente, il nulla di fatto emerso dalla seduta, seguita all’esterno della sala consiliare da numerose persone che nelle ultime settimane hanno aderito al comitato «Bitumificio? No, grazie», ha provocato un duro attacco del coordinamento che si batte contro la «fabbrica» di conglomerati cementizi con una capacità di 240 mila tonnellate l’anno e di conglomerati bituminosi per altre 200 mila. «Quello a cui abbiamo assistito - commenta il presidente del comitato Marco Girelli - è stato un deludente e interminabile teatrino. Entrambe le fazioni si sono spese con passione a suon di volantini in un’accorata autodifesa, in appassionati attacchi su questioni certamente importanti ma drammaticamente vecchie. Dopo un interminabile battibecco nessuna scelta concreta, con tutti preoccupati solo di rivendicare di essere fermamente contro l’impianto e di aver fatto il possibile per fermarlo». E ADESSO? Il comitato ha deciso di fare da solo, e di presentare un ricorso al Tar contro l’apertura del grande sito industriale. «Abbiamo ragionato sulla questione con Legambiente - aggiunge infatti Girelli - e un ricorso lo faremo. Il tempo stringe e per questo ci stiamo spendendo su tutti i fronti. Se la popolazione sarà con noi, il nostro lavoro e le ragioni dei cittadini avranno un peso che difficilmente il Tar potrà ignorare. Abbiamo ancora una speranza». Una speranza che oggi sarà manifestata anche a Ghedi. Dato che i problemi ambientali non conoscono confini, stasera alle 20,30 nel paese vicino si terrà un flash mob nella piazza principale di Ghedi: un bis di quello che si è svolto domenica 19 luglio a Montirone. •

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