Blitz nel campo nomadi «crocevia» dello spaccio

Il blitz dei carabinieri nel campo nomadi di Calcinatello diventato il quartier generale dello spaccio di cocaina  nel territorio compreso tra la  Bassa e il Garda
Il blitz dei carabinieri nel campo nomadi di Calcinatello diventato il quartier generale dello spaccio di cocaina nel territorio compreso tra la Bassa e il Garda
Il blitz dei carabinieri nel campo nomadi di Calcinatello diventato il quartier generale dello spaccio di cocaina  nel territorio compreso tra la  Bassa e il Garda
Il blitz dei carabinieri nel campo nomadi di Calcinatello diventato il quartier generale dello spaccio di cocaina nel territorio compreso tra la Bassa e il Garda

•• I sospetti hanno preso corpo attraverso un’indagine durata un anno e scandita da pedinamenti e appostamenti. L’epilogo degli accertamenti è stato il blitz scattato all’alba di ieri nel campo nomadi di via Campagna a Calcinatello. L’accampamento nella frazione di Calcinato era un terminale della rete di spaccio del territorio compreso tra la Bassa e il Garda. Il nucleo operativo e Radiomobile della Compagnia di Desenzano ha denunciato sette persone di etnia sinti per spaccio e per altre tre è stato disposto il divieto di dimora in paese. Nel corso delle indagini gli inquirenti hanno documentato almeno 700 cessioni di droga, per lo più cocaina. Il valore dello stupefacente smerciato si aggira sui 35 mila euro. Nello stesso periodo sono state segnalate alla Prefettura come assuntori di droga 50 clienti dei pusher del campo nomadi. Quella monitorata dai carabinieri rappresenta solo la punta dell’iceberg di un giro che alimentava un volume d’affari stimato in almeno cento mila euro. Lo smercio si estendeva a Montichiari, Castenedolo, Mazzano e Rezzato. Strategico è stato il contributo dei carabinieri della stazione di Calcinato che hanno offerto un supporto fondamentale ai colleghi del nucleo investigativo. All’operazione hanno partecipato due unità cinofile con i cani Aik e Tamara, che hanno portato al sequestro di altro stupefacente, denaro in contanti e materiale per il confezionamento. Dopo il foto-segnalamento di routine, le forze dell’ordine hanno notificato a 3 persone il provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari del divieto di ritorno nel comune di Calcinato. Mentre 7 residenti del campo rom sono stati denunciati per spaccio di sostanze stupefacenti. I carabinieri hanno ricostruito anche le modalità di spaccio: i pusher davano appuntamento ai clienti nel piazzale di fronte al canile che raggiungevano in sella alla bicicletta. Se lo scambio denaro-droga avveniva davanti all’ingresso dell’accampamento l’acquirente doveva arrivare con l’auto con accese le sole luci di posizione. In altri casi gli spacciatori raggiungevano via Campagna e nel buio della campagna avveniva la consegna. Il campo nomadi di Calcinatello era stato teatro di un omicidio indirettamente legato allo spaccio di droga. Luciano Manca, per vendicarsi della morte per overdose della figlia 29enne, armato di fucile aveva organizzato un agguato all’accampamento dei sinti dove a suo parere abitavano i pusher di stupefacente «killer». Ma il colpo di arma da fuoco aveva ucciso un Rom di 18 anni estraneo all’attività di spaccio il cui unico torto era stato di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. L’operaio è stato condannato con sentenza passata in giudicato a 10 anni di reclusione.•.

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