«Bonifica» fai da te sulla tomba di famiglia con il tetto in amianto

di V.MOR.
Polizia locale e carabinieri davanti al cimitero
Polizia locale e carabinieri davanti al cimitero
Polizia locale e carabinieri davanti al cimitero
Polizia locale e carabinieri davanti al cimitero

Rimuovere l’amianto è fondamentale, ma perforare le lastre di un tetto all’asbesto da soli per poi ricoprirle è una pericolosa follia. Costata una denuncia all’anziano di Calcinato che ha pensato bene di ricorrere al fai da te per sistemare la copertura della cappella di famiglia nel cimitero di Calcinatello. È successo ieri mattina, quando appunto l’uomo si è messo a lavorare di trapano sulle lastre in fibrocemento sovrastanti la tomba collettiva. Un’operazione potenzialmente molto pericolosa che ovviamente non può essere effettuata da un privato cittadino e che deve essere comunicata per tempo agli uffici comunali. Altre persone in visita ai defunti hanno osservato la scena è chiamato giustamente le forze dell’ordine. In pochi minuti il camposanto è stato raggiunto dalla polizia locale di Calcinato, e in supporto sono arrivati anche i carabinieri della stazione di Montichiari. Gli agenti hanno effettuato un sopralluogo nella parte posteriore del cimitero e, dopo averlo fermato verificando la pericolosità e l’illegalità della sua iniziativa (le fibre di amianto liberate nell’aria dalla rottura di una lastra sono un pericolo mortale) hanno inflitto al concessionario della cappella una sanzione amministrativa. Ora la bonifica dovrà proseguire a norma di legge, tutelando la salute degli operatori e dei frequentatori dell’area cimiteriale. IN QUESTI ULTIMI giorni il cimitero di Calcinatello è finito sotto i riflettori anche in un’altra occasione. Poco più di una settimana fa aveva preso fuoco una parte della siepe che circonda l’area di sepoltura della frazione di Calcinato. Era stato necessario mobilitare i vigili del fuoco di Brescia, che avevano domato rapidamente le fiamme evitando il peggio. La responsabilità dell’incidente è stata attribuita dalle forze dell’ordine a uno dei tanti «fuochi di ripulitura» completamente illegali, soprattutto in fasi di siccità come questa, per l’eliminazione delle erbe infestanti: lo aveva appiccato il proprietario del campo confinante col camposanto, e le raffiche di vento avevano presto reso incontrollabile il rogo facendolo appunto arrivare fino alla cornice dello spazio cimiteriale.

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