Caccia fuorilegge Piovono 11 denunce in un solo giorno

Un particolare dei materialiUn campionario  della fauna protetta e delle armi finite sotto sequestro
Un particolare dei materialiUn campionario della fauna protetta e delle armi finite sotto sequestro
Un particolare dei materialiUn campionario  della fauna protetta e delle armi finite sotto sequestro
Un particolare dei materialiUn campionario della fauna protetta e delle armi finite sotto sequestro

Il Nucleo ittico venatorio della polizia provinciale che si è occupato delle verbalizzazioni e dei sequestri non commenta, mentre il Wwf, una delle associazioni presenti domenica nel Bresciano con le proprie guardie venatorie (c’erano anche Legambiente, Lac e Arci caccia), svela i retroscena di un una giornata surreale. Non capita spesso che in poche ore vengano denunciate 11 persone, tutti cacciatori tranne uno che sparava senza licenza. È successo durante i controlli attuati tra capannisti e vagantisti sui territori di Leno, Gambara, Gottolengo e Offlaga, e alla fine, oltre alle denunce si sono contati 10 fucili sequestrati insieme a 76 uccelli appartenenti a specie protette e a 11 richiami elettroacustici. Ricordando che nell’ultima settimana sono stati complessivamente 16 i bresciani deferiti per reati venatori a seguito di propri controlli (tre sono stati sorpresi a commettere illeciti nel Pavese), le guardie del Wwf commentano la domenica di fuoco parlando di «uno spettacolo indecente, fatto di decine di cacciatori che con mezzi vietati abbattevano qualsiasi cosa volasse. Mentre tra Gambara e Gottolengo venivano individuate e sanzionate nove persone in sole due ore, una anche senza licenza, al nostro telefono antibracconaggio arrivavano decine di chiamate che segnalavano mattanze in tutta la provincia». Poi un altro affondo: «Il dato preoccupante è che il 100% dei cacciatori controllati aveva abbattuto fauna protetta e quasi sempre utilizzava i vietati richiami elettroacustici. Le sanzioni previste dalla legge 157 del 1992 evidentemente non incutono più alcun timore, e una certa politica che strizza l’occhio a quella parte del mondo venatorio allergica alle regole non aiuta certo a contenere i comportamenti illegali». Poi il Wwf sposta il discorso proprio su questa politica, quella della Regione, ricordando ancora che «è stata approvata una modifica della legge regionale per impedire il controllo degli anellini sui richiami vivi o almeno così era stata spacciata». In realtà le cose non starebbero esattamente così; o meglio la Regione ha fornito al Governo una lettura diversa della sua stessa norma, forse per evitarne l’impugnazione. «Incredibile ma vero - aggiunge il coordinamento nazionale delle guardie Wwf - è stata la stessa Regione, smentendo pochi giorni dopo l’approvazione quanto annunciato ai cacciatori, a dichiarare al Consiglio dei ministri che: “Pertanto, ai fini delle attività di vigilanza e controllo, la verifica circa la presenza di tali anellini non può essere intesa come mera attività di osservazione finalizzata ad accertare che il tarso del richiamo vivo sia munito di un generico anello. Al contrario, riferendosi agli anellini inamovibili, deve ritenersi che la verifica della loro presenza contempli anche la necessità di svolgere tutte le attività, anche manuali, necessarie ad accertare non solo che l’anellino sia presente, ma che sia anche effettivamente inamovibile». Un limbo che aiuta «gli oltranzisti a chiedere di interrompere i controlli millantando come ogni anno abusi e lamentandosi per sequestri legittimi», chiude il Wwf che ha attivo un numero antibracconaggio che risponde al 328 7308288.•. P.Bal.

Suggerimenti