Calvisano, l’estate farà a meno della piscina

di Paolo Cittadini
Un’estate di lockdown per l’impianto comunale di Calvisano: quest’anno non si può utilizzare
Un’estate di lockdown per l’impianto comunale di Calvisano: quest’anno non si può utilizzare
Un’estate di lockdown per l’impianto comunale di Calvisano: quest’anno non si può utilizzare
Un’estate di lockdown per l’impianto comunale di Calvisano: quest’anno non si può utilizzare

«Mi dispiace come dispiace a tutti i cittadini di Calvisano, ma ritengo che la scelta fatta sia la più prudente». Il sindaco Angelo Formentini commenta così la decisione del gestore della piscina di Calvisano di tenere chiuso l’impianto per le conseguenze della pandemia. Per la prima volta in 23 anni, da quando il sito è stato affidato a Sergio Appiani, l’estate della cittadina sarà senza bagni e abbronzatura. Perché le misure da adottare per garantire sicurezza e distanziamento tra gli utenti avrebbero strozzato economicamente il responsabile della conduzione che, va ricordato, non paga alcun canone al Comune proprietario, ma si occupa di tutti i lavori di manutenzione, ordinaria e straordinaria. «NELLE SCORSE settimane ci ha comunicato la sua decisione e l’abbiamo compresa - prosegue il sindaco -. Lo stanno facendo anche i concittadini. Non abbiamo ricevuto alcuna protesta o richiesta di forzare la mano. La nostra piscina è amata da tutti, ma tutti la vogliono vivere nella sua completezza. Le misure anti covid e alcune limitazioni superate solo negli ultimi giorni l’avrebbero impedito». SECONDO i frequentatori e non solo la vasca comunale rappresenta un piccolo gioiello nel panorama degli impianti analoghi in provincia: «Apre solo d’estate - ricorda Formentini -. Di solito il via della stagione era fissato al primo giugno anche se è capitato, in caso di caldo fuori stagione, di anticipare di una decina di giorni. E restava in funzione fino al 31 agosto. I prezzi sono calmierati, non è obbligatorio l’uso della cuffia in acqua e poi nell’area verde che la circonda si può giocare a calcio, beach volley o più semplicemente sedersi al bar e prendere qualcosa da bere. Ogni anno i 400 bambini del grest (stavolta l’emergenza ha ridotto i posti a disposizione a soli 85) venivano qui per vincere il caldo. Per questo le persone sono molto dispiaciute per una decisione che però tutti abbiamo condiviso». Allestire gli spazi secondo le norme sanitarie, sanificare e predisporre tutto avrebbe richiesto un po’ più di qualche giorno, col rischio poi che qualche temporale estivo riducesse ancora di più le giornate a disposizione. Da qui la scelta di tenere chiuso. •

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