Cane seviziato e ucciso Indagano i carabinieri

di Valerio Morabito
Il cane impiccato è stato recuperato ieri dalle Guardie zoofileLa carcassa è stata inviata allo Zooprofilattico per l’esame autoptico
Il cane impiccato è stato recuperato ieri dalle Guardie zoofileLa carcassa è stata inviata allo Zooprofilattico per l’esame autoptico
Il cane impiccato è stato recuperato ieri dalle Guardie zoofileLa carcassa è stata inviata allo Zooprofilattico per l’esame autoptico
Il cane impiccato è stato recuperato ieri dalle Guardie zoofileLa carcassa è stata inviata allo Zooprofilattico per l’esame autoptico

Da ieri è ufficialmente aperta l’indagine per risalire al responsabile di un atroce episodio di sevizie sugli animali. La carcassa del cane impiccato in uno degli uffici dismessi dell’ex aeroporto di Montichiari è stata recuperata e la relazione dei primi rilievi inviata in procura. All’esemplare di spinone di circa tre anni è stato legato al collo un cappio realizzato con un cavo del telefono lasciando che si strozzasse lentamente nel tentativo di liberarsi. Ad occuparsi del recupero dei resti dell’animale le guardie zoofile del nucleo Sva, Servizio vigilanza ambientale Legambiente Brescia, con il coordinatore Dario Buffoli, e le guardie di Fare Ambiente. Le guardie zoofile hanno effettuato un sopralluogo nella zona dell’ex aeroporto che confina con via delle Allodole. I primi accertamenti hanno stabilito che non si è trattato di un incidente: la corda era talmente corta da impedire all’animale di appoggiare le zampe anteriori. Al cane è stata inflitta un’atroce e lenta agonia. Le guardie del nucleo Sva e di Fare Ambiente supporteranno nelle indagini il comando della stazione dei carabinieri di Montichiari. La carcassa del cane da caccia è stata inviata all’Istituto Zooprofilattico di Brescia dove sarà effettuata l’autopsia e prelevati dei campioni di dna indispensabili per correlare l’animale ad altri cani. NONOSTANTE L’AVANZATO stato di decomposizione, dovrebbe essere possibile, sempre che lo spinone sia stato registrato all’anagrafe canina, recuperare il chip o individuare il tatuaggio di riconoscimento. In caso positivo risalire al proprietario - che non necessariamente è l’autore delle sevizie -, sarebbe molto facile. Il cane non presenta ferite superficiali e dunque è quasi certo che l’animale è morto strangolato. L’inchiesta contro ignoti ipotizza i reati di maltrattamento aggravato dalla crudeltà e uccisione senza motivo di animale. Il responsabile se identificato rischia una pena fino a 4 anni di reclusione. Nell’area dello scalo aereo dismesso dove è stata trovata la carcassa è possibile entrare grazie ai buchi nella recinzione. Molti cacciatori vengono ad allenare i propri cani per la presenza di lepri e fagiani. Un particolare da tenere in considerazione da parte delle forze dell’ordine nel corso delle loro indagini per risalire all’autore della barbara morte inflitta al cane da caccia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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