C’è un futuro per una istituzione storica, insieme politica e sociale di Carpenedolo? Secondo i fondatori della nuova associazione culturale «Casa del popolo 1956» la risposta è sì; anche se non sarà facile concretizzarlo. Intanto ci provano con un libro. Vogliono ridare vita a questo contenitore di vicolo del Gobbo inaugurato in un anno cruciale (il 1956 appunto, quello dell’insurrezione in Ungheria soppressa con i carri armati) per la sinistra italiana di allora. «Siamo 18 persone che, legate in vario modo a questo edificio, non vogliono abbandonarlo - spiega la presidente Maria Gabriella Bresciani -. Soprattutto a causa della pandemia, quella che fino a qualche mese fa era la sede del circolo Arci e del Pd è ora disabitata e presenta anche alcune crepe. Servono urgenti manutenzioni, in particolare al tetto, ma quello che ci sta più a cuore è la vita che da qui è passata». Al civico 11 della stradina in centro c’era fino a metà degli anni Cinquanta la falegnameria di Ferdinando Bettari, trasformata poi in pochi mesi in un centro di iniziative per l’aggregazione e l’emancipazione popolare. «Con una sottoscrizione pubblica - racconta Bresciani - furono raccolti 3 milioni di lire. Oltre 500 cittadini parteciparono all’acquisto dell’area e contribuirono ad allestirvi un luogo che ospitava l’Enal, la cooperativa di consumo Il Carpine, i sindacati, i partiti politici della sinistra (in particolare, Psi e Pci) e l’Associazione nazionale combattenti e reduci. Negli anni ’70 diventò anche sede dei corsi professionali per gli apprendisti delle aziende locali, la Super Carpen e la Bober». La storia della Casa del Popolo è documentata in un archivio che i fondatori hanno custodito nelle proprie case, e ora affidato al Liceo Don Milani di Montichiari grazie alla collaborazione della preside Claudia Covri, che abita proprio a Carpenedolo. «Col suo aiuto abbiamo coinvolto in particolare i ragazzi e i docenti della quinta C del Linguistico, che si sono subito messi all’opera», prosegue Bresciani. I liceali stanno sviluppando un progetto interdisciplinare coordinato dai docenti Michele La Greca e Mariavirginia Bruno: esaminano e digitalizzano atti, testi e articoli di giornale, ma realizzano anche interviste ai protagonisti che vissero quell’esperienza, fra i quali il dirigente Cgil Livio Melgari, i cui padre Giuseppe e il nonno Palamede furono tra i primi sottoscrittori. L’intero percorso confluirà in un volume che verrà pubblicato a giugno.•. F.Mar.