Centralina del «Chisù» «Bergamo ci ha traditi»

Roccafranca  Uno degli striscioni per la difesa del «Chisù» appesi sulla sponda bresciana dell’Oglio
Roccafranca Uno degli striscioni per la difesa del «Chisù» appesi sulla sponda bresciana dell’Oglio
Roccafranca  Uno degli striscioni per la difesa del «Chisù» appesi sulla sponda bresciana dell’Oglio
Roccafranca Uno degli striscioni per la difesa del «Chisù» appesi sulla sponda bresciana dell’Oglio

•• Per adesso la protesta è solo verbale, «grafica», rappresentata da striscioni e prese di posizione; ma si prospettano anche forme di contrasto più concrete alla costruzione di una centralina elettrica tra Roccafranca e Torre Pallavicina. L’obiettivo di entrambe le parti, progettisti e difensori, é il «Chisù», ovvero la grande chiusa che è un simbolo soprattutto per la sponda bresciana. Il presidente del Parco Oglio Nord, Luigi Ferrari, parla di «un tradimento della Provincia di Bergamo su politiche per la tutela del paesaggio che erano state più volte sbandierate dallo stesso ente», e con questa affermazione si riferisce a un impianto idroelettrico la cui concessione fu acquistata anni fa dalla padovana GenHydro. Un’operazione in house per produrre energia pulita? «Macché - tuona Ferrari -: è una speculazione, perché lo Stato permette persino di cedere le concessioni, così abbiamo in giro aziende specializzate nel comprare il via libera per poi rivenderlo». Il risultato è che nei giorni scorsi al Parco Oglio Nord si sono presentati gli ingegneri di Sorgenia. «A loro ho ribadito la contrarietà del Parco. So che il Comune di Roccafranca ha espresso sempre lo stesso parere contrario e, troppo tardi, è arrivato quello negativo anche di quello bergamasco di Torre Pallavicina. Quando ho incontrato la Provincia di Bergamo con la nuova amministrazione di Gianfranco Gafforelli mi hanno aperto le porte con comprensione e rimproverato i tecnici. I territori vanno sempre ascoltati, ha detto Gafforelli agli uffici, ma i suoi predecessori hanno dato il via a un impianto senza nemmeno il rispetto delle più banali tutele del paesaggio. Una pessima figura per una Provincia che ogni giorno deve fare i conti con abusi edilizi e una campagna sempre più fragile». Intanto alcuni residenti hanno sistemato alcuni lenzuoli trasformati in striscioni di protesta nell’area del cantiere. Per rispettare i diritti di concessione, i lavori inizieranno entro la fine di marzo. Per il Comune di Roccafranca si tratta di «una scelta blasfema - dice il sindaco Marco Franzelli - che compromette una porzione di territorio amatissima oltre che un pezzo di paesaggio assolutamente da proteggere. Faremo di tutto per ostacolare la viabilità di cantiere che dovesse interessare la nostra porzione». Ma il grosso del lavoro insisterà sulla sponda bergamasca. •.

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