Cinque milioni e mezzo di euro per «disinnescare» Cava Verde

di Valerio Morabito
La collina di rifiuti che svetta nella ex Cava Verde a Montichiari: la messa in sicurezza è dietro l’angolo
La collina di rifiuti che svetta nella ex Cava Verde a Montichiari: la messa in sicurezza è dietro l’angolo
La collina di rifiuti che svetta nella ex Cava Verde a Montichiari: la messa in sicurezza è dietro l’angolo
La collina di rifiuti che svetta nella ex Cava Verde a Montichiari: la messa in sicurezza è dietro l’angolo

Massima sicurezza all’insegna di innovative eco-tecnologie. Il sistema di copertura della discarica Cava Verde di Montichiari si candida a diventare un modello nazionale. Proprio per consentire di «rimodellare» una serie di aspetti dell’intervento, l’operazione slitterà di 18 mesi. Un posticipo destinato ad assorbire anche i due mesi e mezzo di stop legati all’emergenza coronavirus che di fatto hanno fermato l’iter di valutazione della bonifica. Nella messa in sicurezza del bacino saranno investiti circa 5 milioni 600 mila euro. In sostanza A2A ha ottenuto dalla Provincia di Brescia il via libera per alcune modifiche non sostanziali per la copertura della discarica ben visibile anche dal Colle di San Pancrazio e nella quale sono stati «tumulati» 3.530.000 metri cubi di rifiuti. In primo luogo è prevista la «posa di geogriglie aggiuntive sulla scarpata perimetrale come ulteriore rinforzo, poi la posa di ulteriori 50 centimetri di terreno vegetale, la realizzazione lungo tutto il perimetro della discarica di un sistema di raccolta delle acque al piede delle scarpate tramite posa di una geomembrana, utilizzo del ghiaietto proveniente dall’Impianto lavaggio rifiuti di Brescia anche per la realizzazione della massicciata delle strade di accesso». NEL CORSO DI UNA recente riunione che si è svolta alla presenza della ditta e di tecnici del Comune di Montichiari, sono stati forniti anche chiarimenti sull'aumento delle centraline di regolazione del biogas che saranno 10, senza variazioni delle emissioni. Sta di fatto che la richiesta di modifiche non sostanziali è indispensabile per garantire la stabilità delle scarpate e in più l’aumento dello spessore dello strato di terreno non implica una maggiore altezza dell’impianto Cava Verde. Intorno alla discarica, ormai due anni fa, si era consumata l’ennesima battaglia ambientale di Montichiari. Il Comune aveva vinto il braccio di ferro con A2A e per effetto di ciò la copertura della discarica Cava Verde viene realizzata con rifiuti vegetali e agricoli e non più, come previsto, con il deposito di scarti di acciaieria, miscele di materiali fini provenienti dal lavaggio di inerti di cava e altri prodotti con la previsione di un contenuto variabile di Pcb. In un contesto del genere vale la pena ricordare che il piano di A2A è stato fermato dalla determinazione di Legambiente Montichiari e del Comitato Sos Terra. Sono stati i gruppi ambientalisti di Montichiari ad accorgersi, per tempo, che il progetto iniziale prevedeva che nella scelta dei materiali di copertura si sarebbe passati dai terreni a uso pubblico e residenziale a commerciali-industriali, col risultato del possibile raggiungimento di una concentrazione massima di Pcb fino a 5 milligrammi. A2A ha recepito le osservazioni modificando il progetto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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