Cittadinanza,
il reddito arriva
ma con ostacoli

di Massimiliano Magli
A Roccafranca il primo assegno di cittadinanza
A Roccafranca il primo assegno di cittadinanza
A Roccafranca il primo assegno di cittadinanza
A Roccafranca il primo assegno di cittadinanza

Il nuovo welfare voluto dai 5 Stelle e inserito (e in parte attuato) nel patto del governo gialloverde non sta solo funzionando diciamo così a macchia di leopardo, ma sembra fare i conti con un quadro non ancora chiaro. Lo dimostra indirettamente quanto è appena accaduto a Roccafranca, con un episodio che, prima di tutte le altre implicazioni e incertezze, smentisce quanto è capitato di molti destinatari del reddito di cittadinanza rimasti letteralmente con pichi spiccioli.

 

IL PRIMO assegno arrivato nel centro della Bassa ha avuto come beneficiaria una famiglia alle prese con quattro figli, residente in una casa in affitto e con il marito-padre che lavora come carpentiere. Nonostante l’occupazione dell’uomo, che però non basta a soddisfare le esigenze primarie del nucleo, queste persone si sono viste riconoscere un aiuto di 1.180 euro netti al mese. La metà circa di questa somma è destinata al pagamento dell’affitto dell’abitazione che la famiglia ha in gestione, mentre il resto potrà essere speso in beni che ovviamente non devono essere superflui. Fin qui tutto bene: gli interessati hanno ottenuto già da metà maggio la carta di Poste italiane con l’accredito della somma, salvo poi dover fare i conti con i primi ostacoli creati dalla burocrazia: «Abbiamo perso quasi la metà del contributo il primo mese - spiegano i beneficiari -, perché anche se l’accredito ci era arrivato il 20 maggio la somma doveva essere utilizzata già entro il 31 dello stesso mese, e non entro il 20 giugno, ossia dopo 30 giorni dall’arrivo dei fondi. Per questo vogliamo lanciare un appello alle famiglie in difficoltà come la nostra: informatevi dei vostri diritti e delle regole previste per l’utilizzo dei soldi». Ma non c’è stato solamente un problema di tempi molto stretti: il reddito di cittadinanza non ammette il pagamento in contanti nemmeno del canone di locazione, anche se il contratto è regolarmente registrato. «È una sorpresa che abbiamo avuto - continuano i componenti del nucleo roccafranchese - una volta che abbiamo ottenuto la carta: niente di grave, se non fosse che il nostro padrone di casa, per motivi che non comprendiamo, non ci vuole rilasciare l’iban attraverso cui poter effettuare un bonifico pagando l’affitto. Tutto questo è vergognoso, perché ci impedisce di beneficiare dell’aiuto dello Stato». Quanto al contante disponibile con la carta di Poste italiane, la famiglia che ci ha contattato riferisce di avere ricevuto «un massimale di ritiro mensile per 210 euro. Per il resto tutto dovrà essere tracciato mediante pagamenti con carta o bonifici. E questo lo comprendiamo, visto che è importante controllare dove finiscono i soldi pubblici in aiuto alle famiglie». C’è però un’altra casella vuota, ed è rappresentata dai vantaggi che gli enti locali dovrebbero ricavare da questa forma di sostegno: la «vacatio legis» relativa alle disposizioni esecutive sui lavori socialmente utili che i percettori del reddito di cittadinanza dovrebbero svolgere. Alla famiglia non è infatti stato richiesto alcun impegno per ora. Il sindaco Marco Franzelli: «Non abbiamo ancora alcuna linea guida su come impegnare queste persone, ma sono felice che sia arrivato l’aiuto alla famiglia. Potremo contare su un lavoratore socialmente utile in più».

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