Collettore, cabina di regia sorvegliata speciale

di C.REB.
Davide Comaglio guida Gavardo
Davide Comaglio guida Gavardo
Davide Comaglio guida Gavardo
Davide Comaglio guida Gavardo

La cabina di regia per il depuratore del Garda, convocata per stamattina dal ministero dell’Ambiente, potrebbe essere solo un «passaggio tecnico» per la presa d’atto della mozione approvata dal Consiglio provinciale, che prevede che gli impianti debbano essere localizzati nelle aree territoriali dei Comuni beneficiari. La mozione ha fissato 6 mesi di tempo per presentare progetti alternativi ai depuratori sul Chiese. «Mi auguro che non ci siano altre novità - commenta Davide Comaglio sindaco di Gavardo che avrebbe dovuto ospitare uno dei terminali-. Qualsiasi altro passo avanti screditerebbe la decisione del Broletto, che va nella direzione di “ricucire” gli strappi creati sul territorio». Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di Montichiari: «Il ministero deve tenere in considerazione l’indirizzo politico della Provincia», sottolinea Marco Togni, mentre il consigliere del Broletto con delega al Ciclo idrico, Giovanni Battista Sarnico, promotore della mozione, è laconico: «il voto c’è stato e non lascia spazio a dubbi. Per noi conta solo quello». Nel frattempo, passati ormai 40 giorni, i sindaci dell’asta del Chiese hanno inviato una lettera all’Ato e alla Provincia per avere risposte «chiare e trasparenti». Inoltre, «a metà novembre abbiamo fatto anche richiesta di accesso agli atti - spiega Togni -: Ato ci ha finalmente risposto. Ora faremo le valutazioni del caso per capire se l’iter del progetto del depuratore è stato corretto». Anche i comitati tengono alta la guardia: Acqua Alma Onlus, Ambiente Futuro Lombardia, Comitato Gaia, Mamme del Chiese e Comitato Visano Respira in un comunicato congiunto hanno posto alcune domande all’Ato. «Quali azioni concrete sono state finora messe in campo per la salvaguardia del lago - quali ad esempio separazione delle acque bianche da quelle nere e l’eliminazione degli scarichi abusivi -, e se verrà valutata anche l’opzione di un possibile adeguamento del collettore esistente», sono alcuni dei quesiti. I comitati replicano anche a Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda, «che si ostina ancora a parlare di finanziamento statale a rischio e, soprattutto, legato alla rimozione della condotta sublacuale, quando dovrebbe essere ormai assodato che i 100 milioni arriveranno a prescindere - spiega Filippo Grumi del Comitato Gaia -. Il progetto del 2017 prevedeva la costruzione del depuratore a Visano: se davvero il contributo fosse “legato” a quell’opera, non dovrebbe essere erogato nemmeno per i depuratori del Chiese». Infine, sugli «opportuni ristori per i territori sui quali verranno realizzati gli impianti» evocati dalla Gelmini, «ricordo che la convenzione stipulata nel 2017 tra Ministero, Regioni, Ato di Brescia e Verona e Garda Ambiente, riportava la presa d’atto che “i Comuni dell’Associazione temporanea di scopo Garda Ambiente si sono impegnati a destinare una quota dell’imposta di soggiorno per concorrere al finanziamento delle opere di depurazione”». Tale contributo, al momento non quantificato, «potrà consentire di accelerare la realizzazione delle opere e ridurre il contributo tariffario a vantaggio degli utenti del servizio idrico integrato». •

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