Contratti di lavoro falsi Nessuno sconto di pena

di V.MOR.
Falsi contratti e volantinaggio
Falsi contratti e volantinaggio
Falsi contratti e volantinaggio
Falsi contratti e volantinaggio

Ufficialmente era una società che si occupava di campagne di volantinaggio porta a porta. In realtà era una «fabbrica» di false attestazioni per fare ottenere il permesso di soggiorno agli stranieri. Ai vertici dell’impresa e del traffico di assunzioni «fantasma» c’era un pakistano di 32 anni residente a Leno. L’immigrato usando in modo fraudolento l’identità di una connazionale che risultava titolare dell’impresa, gestiva l’attività illegale dietro le quinte. Fino a quando non è stato smascherato dalla Guardia di finanza. I giudici della corte di Cassazione hanno confermato la condanna a 3 anni e 1 mese di reclusione già emessa in primo grado e in appello. Il processo ha ricostruito lo schema della truffa: in cambio di denaro, il pakistano produceva contratti per contratti di lavoro subordinati che hanno consentito a centinaia di stranieri, soprattutto asiatici, di ottenere il rilascio di permessi di soggiorno. Grazie alla documentazione gli immigrati potevano usufruire anche delle prestazioni previdenziali dell'Inps e in alcuni casi del sussidio di disoccupazione. ANCHE IN CASSAZIONE i giudici hanno rilevato che «l'attività illecita è stata protratta nel tempo, si è avvalsa di un'accurata organizzazione ed ha consentito l'erogazione di prestazioni previdenziali sulla base di documentazione falsa. Ha inoltre permesso la regolarizzazione di extracomunitari mediante falsa documentazione». In questo modo si legge nelle motivazioni della sentenza «l’imputato ha ottenuto lucrosi guadagni avvalendosi della consulenza di studi di professionisti». Quando il 32enne terminerà di scontare la pena, verrà espulso.

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