Contro i fanghi inquinati prove di collaborazione

Copagri è stata la prima e al momento l’unica associazione di categoria ad accettare un confronto con i comitati ambientalisti e le comunità dei paesi coinvolti dall’inchiesta Wte, che ha smaltito gessi e fanghi inquinati su tremila ettari di terreni agricoli di oltre 170 aziende di tre regioni. Alessandro Baronchelli, presidente di Copagri Confederazione Produttori Agricoli, ha incontrato una delegazione di Ambiente Futuro Lombardia. «Un confronto - sottolinea la presidente dell’associazione, Imma Lascialfari - che ha confermato come in tempi non sospetti, Copagri aveva sconsigliato a tutti i suoi consociati l’utilizzo di quel tipo di “fertilizzante”». A Baronchelli «abbiamo contestato il fatto che la sua associazione, così come tutte le altre, non abbia preso le distanze da quanto accaduto - continua Imma Lascialfari -. Lo spandimento di questi pseudo fertilizzanti ha di fatto contaminato i suoli agricoli, ed i prodotti coltivati sono finiti sulle nostre tavole». Baronchelli ha tenuto a precisare che «questo problema ha interessato soltanto il 2-3% delle aziende agricole in attività», ma «riteniamo che stia compromettendo tutta la filiera dell’agro-alimentare, danneggiando l’immagine del made in Italy. Ma soprattutto - afferma la leader di Ambiente Futuro Lombardia - danneggia gli agricoltori onesti, che con difficoltà si stanno districando in un mercato selvaggio e competitivo a causa di prodotti esteri che certamente non hanno un’adeguata qualità, tracciabilità e controllo». È stato proposto «che Copagri si costituisca parte civile nell’eventuale processo a carico di Wte, nella speranza che tutte le associazioni di categoria si uniscano in questa battaglia in difesa della salute». •. C.Reb.