Controllo di vicinato
Cresce la pattuglia
dei paesi «arruolati»

di Irene Panighetti

Cresce il numero dei Comuni che aderisce al «Controllo di vicinato»: lo scorso 9 maggio i primi 15 paesi avevano firmato in Prefettura un protocollo di intesa sul progetto, ieri altre 17 amministrazioni e l’Unione dei Comuni dell’alta Valle Camonica (di cui fanno parte Incudine, Monno, Ponte di Legno, Temù, Vezza d’Oglio e Vione) hanno siglato un documento analogo alla presenza del prefetto Annunziato Vardè e del questore Vincenzo Ciarambino. «L’INIZIATIVA nasce da un’esigenza legata anche alla discrepanza tra il dato della costante e graduale diminuzione dei numeri dei reati che registriamo negli ultimi anni e, dall’altro, la sensazione di insicurezza percepita» ha spiegato il prefetto, definendo il controllo di vicinato «uno strumento di risposta appropriato, che intende allargare la cosiddetta sicurezza partecipata attraverso una forma di collaborazione tra cittadini, enti e forze di polizia». Il protocollo, spiega il documento, «è un modello organizzativo di supporto alle attività istituzionali delle forze di polizia», prevede attività di controllo svolte da gruppi di cittadini coordinati da referenti, i cui nominativi sono comunicati alla Questura e al Comando provinciale dei Carabinieri di Brescia; i referenti, o coordinatori, avranno la responsabilità di filtrare e verificare le informazioni raccolte secondo modalità operative che i singoli Comuni decidono di adottare. Attenzione: l’intesa limita espressamente le azioni in atti di «mera osservazione», «impone ai cittadini di astenersi in ogni caso dall’assumere comportamenti incauti o imprudenti che potrebbero determinare situazioni di pericolo per sè medesimi e per gli altri e vieta altresì qualunque forma, individuale o collettiva, di pattugliamento del territorio». Quindi nessuna ronda: il questore lo ha sottolineato a tutti i rappresentati delle amministrazioni riunite in Prefettura per la firma: «Le azioni fisiche sul territorio spettano esclusivamente alle forze di sicurezza: chi vuole aderire ai gruppi di controllo avrà il compito di affinare le sue osservazioni e far sì che le sue attenzioni siano in tutela delle persone che vivono su quei territori, in particolare le fasce più fragili della popolazione come anziani o persone sole». L’insistenza del questore è importante per escludere ogni forma di iniziativa privata e personale e per ribadire, come ha osservato anche il sindaco di Villa Carcina Gianmaria Giraudini, che «il progetto esclude ogni possibilità di improvvisazione». Per avere quindi persone capaci ad assolvere al delicato compito senza assumere ruoli non idonei, l’intesa affida ai Comuni i compiti di informare tramite assemblee pubbliche, individuare i referenti dei gruppi e posizionare un’adeguata cartellonistica. La Prefettura si impegna ad «assicurare che i coordinatori siano adeguatamente formati dalle forze di polizia» e in proposito il Prefetto ha annunciato: «A breve convocheremo i sindaci sottoscrittori del primo protocollo, per verificare che siano stati individuati i referenti e per far partire la loro formazione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti