Dalle nozze combinate allo spaccio su larga scala Zio e nipote ai domiciliari

di PA.CI.
Le indagini sono state condotte dalla Polizia locale di Montichiari
Le indagini sono state condotte dalla Polizia locale di Montichiari
Le indagini sono state condotte dalla Polizia locale di Montichiari
Le indagini sono state condotte dalla Polizia locale di Montichiari

Di loro la Polizia locale di Montichiari si era occupata a novembre quando per ottenere il permesso di soggiorno avevano cercato di combinare un matrimonio con una ragazza italiana che si riforniva di cocaina da loro. In manette erano finiti tre albanesi: lo sposo di 43 anni che voleva regolarizzarsi, la vera moglie di due anni più giovane e il nipote di soli 20 anni che il giorno in cui gli agenti fecero saltare le nozze portava addosso i segni di un conflitto a fuoco in cui pochi giorni prima era rimasto ferito. Gli agenti avevano recuperato anche un etto e mezzo di cocaina nella abitazione di Calcinato in cui vivono. Per la droga e il tentativo di combinare le nozze i tre avevano patteggiato pene tra i due anni e i due anni e 8 mesi quindi erano stati scarcerati. Per il 43enne e il giovane nipote le manette sono nuovamente scattate ai polsi nelle scorse ore. Partendo proprio da quei centocinquanta grammi di polvere bianca hanno scoperto che i due uomini insieme ad altri componenti della famiglia (la moglie del 43enne, un cognato e un fratello) avevano dato vita a una vera e propria impresa dello spaccio. Un migliaio le cessioni contate dagli inquirenti nel corso del 2019. I due dalla casa di Calcinato dove vivono, e dove ora sono ai domiciliari, si spostavano a Montichiari con la loro Bmw e lì incontravano la loro eterogenea clientela fatta di giovani, adulti, uomini e donne. Lo scambio solitamente avveniva nelle zone più nascoste dei parchi. I PUSHER prendevano il denaro, rifornivano il cliente per poi tornare a Calcinato come se nulla fosse successo. L'impresa familiare ora è stata sciolta. Zio e nipote sono stati raggiunti nelle scorse ore da una ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giulia Costantino su richiesta del magistrato che ha coordinato il lavoro della Polizia locale, il sostituto procuratore Barbara Benzi. Gli arresti sono stati convalidati e i due albanesi sono, come detto ai domiciliari. Sono indagati a piede libero la 41enne vera moglie del capofamiglia, il fratello 47enne del «boss» e un cognato di 41 anni.

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