Depuratore, le mamme del Garda dicono «no»

di C.REB.
Mamme: la protesta si allarga
Mamme: la protesta si allarga
Mamme: la protesta si allarga
Mamme: la protesta si allarga

Anche le mamme del Benaco si schierano contro l’ipotesi di depurare a Gavardo e Montichiari i reflui fognari prodotti dalla sponda del Garda. Non è caduto nel vuoto l’appello delle Mamme del Chiese che proponevano di difendere tutte insieme i propri territori, consapevoli del fatto che il progetto «non risolve i problemi del lago e reca danno al fiume. Come cittadine ci siamo poste la perplessità di questa assurda operazione che nulla ha a che vedere con il miglioramento delle acque del lago di Garda, ma sottrae solo risorse per gli eventuali ammodernamenti delle linee esistenti e dei nuovi tratti fognari che mancano in molti paesi del lago con conseguenti sversamenti in fossi che poi arrivano direttamente nel Benaco», si legge in un documento firmato da cento mamme. «Già in autunno avevamo organizzato degli incontri per informare le comunità sul grave danno ambientale che noi gardesani andremo a provocare al fiume Chiese», proseguono le mamme del Garda preoccupate anche delle ricadute finanziarie. «Non si può sottovalutare l'aumento pari al 50% sulla bolletta idrica che saranno costretti a sborsare gli utenti per i prossimi decenni. Ci sembra pertanto importante aderire all'appello delle Mamme del Chiese e stringerci in una battaglia di tutela del territorio dal momento che viviamo tutti sulla stessa terra. Proteggerla da speculazioni è un nostro dovere di cittadini che hanno a cuore il proprio futuro e quello delle generazioni che verranno». Resta intanto un rebus la convocazione fissata stamattina del Tavolo ministeriale che, sulla scorta delle osservazioni presentate dai sindaci della valle del Chiese e dai comitati e delle controdeduzioni di Ato e di Acque Bresciane, dovrà decidere se fermare o meno il progetto. I sindaci hanno chiesto di aggiornare la seduta a dopo Ferragosto per garantire la presenza dei loro tecnici. Il ministero ha inizialmente proposto uno slittamento di qualche giorno, ma la risposta ufficiale a tarda serata non era ancora arrivata. In questo clima di incertezza c’è da registrare il nuovo affondo contro l’operazione da parte di Legambiente Brescia Est, Gaia, Comitato Referendario Acqua Pubblica Brescia, Visano respira acqua e aria pulite, Ambiente futuro Lombardia, Acqua alma onlus e Wwf Lombardia. «Ags Verona intende procedere con urgenza alla realizzazione del progetto definitivo riguardante il collettamento dei reflui fognari della sponda veronese del lago di Garda, chiedendo il supporto dei parlamentari veneti per inserire “il progetto del collettore veneto all’interno del Decreto Semplificazione, quindi tra le opere prioritarie e rifinanziabili” - si legge in una nota congiunta -. Una riprova che i progetti relativi alla “depurazione del Garda” perseguono interessi diversi dalla tutela delle acque del lago». Mentre Verona forza le tappe, sul fronte bresciano, viene ricordato, «per un tema così importante e complesso, che oltretutto coinvolge il bacino del fiume Chiese, il silenzio di chi è istituzionalmente deputato a prendere posizioni politiche inequivocabili è veramente inquietante. Invitiamo i sindaci del Chiese, che rappresentano tutti i cittadini, a respingere soluzioni tecniche non vagliate dalla politica». •

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