Due ciclisti travolti e uccisi: arrestato l’investitore ubriaco

di Paolo Cittadini
Quello che resta delle due biciclette dopo il tremendo schianto di Verolanuova costato la vita ai due ciclisti SERVIZIO FOTOLIVE/Fabrizio CattinaLa Volvo che ha centrato in pieno i due ciclisti uccidendoli sul colpo
Quello che resta delle due biciclette dopo il tremendo schianto di Verolanuova costato la vita ai due ciclisti SERVIZIO FOTOLIVE/Fabrizio CattinaLa Volvo che ha centrato in pieno i due ciclisti uccidendoli sul colpo
Quello che resta delle due biciclette dopo il tremendo schianto di Verolanuova costato la vita ai due ciclisti SERVIZIO FOTOLIVE/Fabrizio CattinaLa Volvo che ha centrato in pieno i due ciclisti uccidendoli sul colpo
Quello che resta delle due biciclette dopo il tremendo schianto di Verolanuova costato la vita ai due ciclisti SERVIZIO FOTOLIVE/Fabrizio CattinaLa Volvo che ha centrato in pieno i due ciclisti uccidendoli sul colpo

In corpo aveva 1,84 grammi di alcol per litro di sangue, la legge permette di averne al massimo 0,5. Era ubriaco, ad accertarlo sono stati i controlli eseguiti dai medici che lo hanno preso in carico subito dopo l’incidente, Mirko Gianesini, il 35enne di Verolanuova che ieri pomeriggio poco prima delle 16 ha investito e ucciso sul colpo due ciclisti cremonesi che stavano pedalando lungo via Rocco, la strada di campagna che collega Verolanuova con Pontevico. Il 35enne era inoltre a bordo di una Volvo V50 risultata priva di assicurazione e senza la revisione. Per lui è così scattato l’arresto per duplice omicidio stradale e ora si trova detenuto in una cella del carcere cittadino di Canton Mombello. L’autovettura, intestata al 35enne investitore, è stata messa sotto sequestro. Nelle prossime ora Gianesini sarà sentito dal giudice per le indagini preliminari nel corso dell’interrogatorio di convalida. LE VITTIME sono Francesco Bianchi, 70 anni, e Gianfranco Vicardi, di tre anni più giovani. Entrambi vivevano a Cremona, erano amici e insieme ieri pomeriggio avevano deciso di raggiungere la provincia di Brescia in sella alle loro biciclette da corsa. All’improvviso, in aperta campagna, la tragedia che ha spezzato le loro vite. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Verolanuova guidati dal comandante Tedros Christian Comitti Berè, Gianesini non si sarebbe assolutamente accorto dei due ciclisti che stavano arrivando davanti a lui e li ha travolti sbalzandoli una trentina di metri di distanza in un campo. La V50 guidata dal 35enne, saldatore e incensurato, stava viaggiando verso Verolanuova, mentre i due amici cremonesi stavano pedalando in senso opposto. L’IMPATTO è stato violentissimo. I due ciclisti sono finiti contro l’auto e poi a terra. Immediato è scattato l’allarme. Quando però nella stratta lingua di asfalto che taglia a metà la campagna sono arrivati i mezzi di soccorso per Bianchi e Vicardi non c’era già più nulla da fare. Drammatica la scena apparsa davanti agli occhi dei soccorritori: i due ciclisti erano immobili al lato della strada, le loro biciclette tranciate praticamente a metà dalla violenza dell’impatto e infine l’autovettura dell’investitore che nella parte anteriore portava gli evidenti segni dello scontro mortale. I DUE CREMONESI sono morti sul colpo. Troppo gravi le ferite e le lesioni riportate nel drammatico schianto che ha gettato nello sconforto anche gli amici di Gianesini. Sul posto anche i carabinieri che hanno raccolto le testimonianze e provato a ricostruire la dinamica dell’incidente che inizialmente sembrava potere essere stato provocato da un colpo di sole. Gianesini, così come prevede il codice della strada, è stato sottoposto al test con l’etilometro. Il secondo tentativo, quello che certifica lo stato di ebrezza o meno, non ha dato spazio a dubbi. Il 35enne aveva un livello di alcol nel sangue di quasi quattro volte rispetto a quello consentito dalla legge. Sotto shock per quello che era appena accaduto, il 35enne è stato poi portato in caserma dove è stato arrestato. Una volta terminate tutte le pratiche del caso, il 35enne è stato tradotto in carcere. Lì attenderà il primo interrogatorio dove potrà cercare di raccontare quello che è accaduto. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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