Energia dai rifiuti umidi, progetto al capolinea

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Un rendering dell’impianto di trattamento rifiuti di Bedizzole
Un rendering dell’impianto di trattamento rifiuti di Bedizzole
Un rendering dell’impianto di trattamento rifiuti di Bedizzole
Un rendering dell’impianto di trattamento rifiuti di Bedizzole

La decisione era... nell’aria e nelle scorse ore è arrivata l’ufficialità. La Provincia ha respinto la richiesta di A2A di realizzare in località Fusina a Bedizzole un impianto di trattamento di tutta la frazione umida dei rifiuti domestici, la cosiddetta Forsu della nostra provincia, producendo biometano e compost. A pesare sulla «bocciatura» le relazioni presentate da Ats e Arpa che avevano rimarcato i potenziali effetti negativi dell'operazione sulla salute e sull’ambiente. La tecnologia sofisticata e poco impattante proposta dall’utility non è mai stata in discussione, ma nelle valutazioni è stato determinante l’effetto cumulativo degli odori e delle emissioni dell’impianto localizzato in un’enclave delicata e già sottoposta a stress ambientale. A dover pagare dazio sarebbero stati, più che Bedizzole, i territori di Calcinato e Lonato. La scelta della location insomma ha segnato per certi versi il destino dell’operazione. Dopo un iter di tre anni, scandito dalle proteste di comitati e ambientalisti, il progetto è dunque arrivato al capolinea. «Si tratta di un successo sotto il profilo della tutela dell’ambiente e della salute - affermano Laura Corsini del Comitato Cittadini Calcinato e Imma Lascialfari di Ambiente Futuro Lombardia -. Il dossier sulle criticità che abbiamo presentato era circostanziato e supportato da dati scientifici». «Le lacune del progetto erano e sono talmente evidenti, dal punto di vista degli odori, dell’ammoniaca, del rumore e dell’impossibilità da parte di A2A di rispettare i limiti di legge, che la Provincia ha optato per l’unica scelta di buonsenso possibile: ovvero il diniego», incalzano l’ex parlamentare Stefano Apuzzo e il tecnico Attilio Bonetta di Laboratorio Ambiente ed EcoRete Lombardia. L’atto di diniego del Broletto fa riferimento agli « impatti odorigeni, alle emissioni di ammoniaca e ai rumori. Arpa e Ats hanno ritenuto insufficienti a garantire l’ambiente le controdeduzioni presentate dai tecnici di A2A. L’aspetto più controverso è stato quello sui dati della qualità dell’aria e sulla direzione dei venti «provenienti da fonti lontane alla realtà territoriale di Calcinato e Bedizzole, pertanto inadeguate allo scopo». La struttura, secondo gli obiettivi fissati dall’utility, avrebbe dovuto trattare circa 70 mila tonnellate di scarti umidi, grosso modo la quota prodotta dall’intera provincia di Brescia. Ora sarà necessario trovare una soluzione alternativa per trasformare quei rifiuti in una risorsa dal punto di vista energetico. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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