Fazi esalta l’agricoltura aspettando l’Europa

Il convegno della Coldiretti ospitato dalla Fazi 2020
Il convegno della Coldiretti ospitato dalla Fazi 2020
Il convegno della Coldiretti ospitato dalla Fazi 2020
Il convegno della Coldiretti ospitato dalla Fazi 2020

Innovazione tecnologica, approfondimenti sulla Politica agricola comunitaria, presentazione di nuovi scenari commerciali e redditività aziendale. Il tutto in una grande vetrina che ha proposto ogni novità utile per il settore che si è spenta ieri sera a Montichiari, con l’archiviazione della 92esima edizione della Fiera agricola zootecnica accompagnata da grandi risultati nonsolo in termini di pubblico. La manifestazione non solo espositiva ha chiuso incassando la soddisfazione di aver ospitato oltre 37mila visitatori, e le luci si sono spente dopo l’annuncio del prossimo appuntamento, già calendarizzato dal 12 al 14 febbraio 2021, quando la Fazi rivestirà il ruolo di più importante rassegna agrozootecnica in Italia nel primo semestre. «Siamo soddisfatti perché la nostra rassegna è stata il cuore del dibattito sul futuro dell’agricoltura. Un dibattito sul piano istituzionale, politico, economico e sociale che ha coinvolto un numero elevato di imprenditori agricoli e in particolare di giovani operatori del settore, a conferma che il settore primario è in grado di trainare il made in Italy - ha commentato in chiusura il presidente del Centro fiera di Montichiari Gianantonio Rosa -. Ringrazio gli oltre 400 espositori che hanno animato il polo fieristico in questo fine settimana e che hanno contribuito al buon esito della manifestazione grazie alle innovazioni presentate». Lo sfondo territoriale della Fazi non poteva essere migliore: come ricordato dai promotori, il Bresciano vanta una produzione agricola lorda vendibile che è la più alta d’Italia. ADESSO l’obiettivo è quello di incrementare le produzioni per rispondere alla crescita demografica mondiale nel rispetto della sostenibilità. Un obiettivo presente nel «Green Deal» della Commissione europea, i cui contenuti, come ricordato a Montichiari da Paolo De Castro, vicepresidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, saranno presentati il 25 marzo. Resterà comunque essenziale la Politica agricola comune, «alle prese con una riforma che - ha annunciato sempre De Castro - non entrerà in vigore fino al 31 dicembre del 2022». Il problema è rappresentato dalle risorse che l’Europa potrà mettere in campo: senza un incremento del contributo degli Stati membri al Pil comunitario, i fondi destinati alla Pac subiranno una contrazione, «passando da un’incidenza del 37,5% al 28,5% del bilancio Ue, con una riduzione per l’Italia che dovrebbe portare a una diminuzione del 4% nei pagamenti diretti e del 15% nello sviluppo rurale», ha ricordato l’economista Felice Adinolfi. •

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