Galperti, Massa e Raineri Anche i no sono bipartisan «Precedente pericoloso»

di C.REB.
Guido Galperti: vicepresidente
Guido Galperti: vicepresidente
Guido Galperti: vicepresidente
Guido Galperti: vicepresidente

Il vice presidente del Broletto, Guido Galperti si è smarcato dalla mozione. La sua scelta di non partecipare al voto è motivata dal timore che «si possa creare un corto circuito. Veniamo da tre dichiarazioni di inammissibilità, e la stessa richiesta in Conferenza dei sindaci in Ato è stata giudicata non percorribile, ora si vuole votare un documento per individuare nuovi scenari di localizzazione. Davvero Ato e Acque Bresciane hanno bisogno di questo indirizzo? É davvero necessaria un’imposizione politica per cambiare rotta? Questa mozione va nella direzione di azzerare l’attuale localizzazione del depuratore del Garda. Ma se tra sei mesi non verrà trovata un’alternativa finiremo su un binario morto. In questo modo si stanno portando indietro le lancette dell’orologio senza avere certezze sul futuro». ANCHE NEL GRUPPO di centrodestra ci sono stati dei «no». Gianluigi Raineri ha definito la mozione «estremamente pericolosa e inutile, che va a bloccare un percorso iniziato nel 2013, e che va a cancellare anni di lavoro, studio e valutazioni. La situazione - ha detto il consigliere di Forza Italia - porterà ad incattivire le attuali contrapposizioni. Un salto nel buio che non so dove ci porterà». Giacomo Massa ha dichiarato di «non essere nella condizione di approvare il documento in serenità, se prima non c’è un parere esplicito della Segreteria generale della Provincia», mentre Andrea Ratti ha sottolineato che «dobbiamo preoccuparci di dare risposte precise al bacino del Garda, che ha un’importanza sovracomunale. Con questa mozione si rimette in discussione tutto: non sarà facile trovare una soluzione alternativa, non esistono Comuni che accolgono con un’ovazione un impianto di depurazione». IL VOTO DI IERI - che ha portato ad una condivisione trasversale - ha fatto cadere ovviamente anche la richiesta di dimissioni di Giovanni Battista Sarnico da presidente della Commissione ciclo idrico.

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