«Graziati» i fratelli ladri «Lasciare l’auto aperta è un incentivo ai furti»

di V.MOR.
Rubare su un’auto lasciata aperta è un’attenuante per i ladri
Rubare su un’auto lasciata aperta è un’attenuante per i ladri
Rubare su un’auto lasciata aperta è un’attenuante per i ladri
Rubare su un’auto lasciata aperta è un’attenuante per i ladri

Lasciare la portiera dell’auto aperta è una sorta di incentivo ai furti. Per questo ai ladri va riconosciuta un’attenuante che prevale sulle aggravanti. È il concetto stabilito dalla sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza di condanna a carico di due fratelli responsabili di aver saccheggiato un’auto a Manerbio. I giudici della suprema corte hanno ritenuto che nel verdetto di appello ai due ladri non sia stato applicato lo sconto di pena. IL 30 E IL 27 SARANNO ora riprocessati senza avere la zavorra dell’«aggravante». L’utilitaria preso di mira, di proprietà di una ultrasettantenne di Manerbio, era aperta e dunque si legge nella motivazione «la coppia si limitò a cogliere un'occasione favorevole, sia pure agendo in un brevissimo lasso di tempo». Non appena videro la proprietaria dell’automobile allontanarsi dalla vettura, rendendosi conto che non era stata chiusa, passarono immediatamente all'azione. NELL’AZIONE CRIMINOSA dei due fratelli, stando alla Cassazione «non c’è stata premeditazione». Per questo la sentenza è stata annullata e disposto un nuovo giudizio davanti alla Corte di Appello. «Un conto - scrivono i giudici nelle motivazioni dell’annullamento del processo - è discutere di un furto con strappo, inevitabilmente pianificato e realizzato tenendo conto delle possibilità di resistenza della persona offesa alla forza fisica del ladro, ben altra cosa può essere impossessarsi di una borsa lasciata incustodita in auto, indipendentemente da chi l'abbia - sia pure subito prima - dimenticata». I due fratelli erano stati condannati a 8 mesi di reclusione e 180 euro di multa per concorso in furto pluriaggravato. Ora potranno contare su un ulteriore sconto di pena alla luce delle conclusioni della Corte di Cassazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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