Il capotreno
ferma il
convoglio stipato da troppi studenti

di S.DUC.

Assalto al convoglio e passeggeri lasciati terra a Castegnato: il capotreno ha perso le staffe, bloccando il convoglio. Poi ha fatto scendere decine di viaggiatori. «In effetti eravamo stipati come bestiame», ammette Giacomo che era partito da Pisogne alle 6. Tra i passeggeri della linea Brescia-Iseo-Edolo, a quell’ora, il 90% è rappresentato da studenti diretti alle scuole superiori. Tra di loro anche Massimiliano di Sulzano che prende il treno ogni mattina per frequentare l’istituto «Gambara» di Brescia. «HO ASSISTITO A SCENE da Far west – racconta Massimiliano – uno sopra l’altro, non ci si riusciva quasi a muovere, in più eravamo in ritardo di 20 minuti già da Iseo. Il disagio è stato condiviso, la gente cominciava a scaldarsi, quando poi siamo arrivati alla stazione di Castegnato, il treno è stato bloccato. Il capotreno sembrava disperato, c’era troppa gente». Fermi in stazione, la situazione è peggiorata e la tensione si è fatta sempre più alta. «Ad un certo punto qualche responsabile di Trenord deve aver chiamato le forze dell’ordine per gestire una situazione che era sfuggita di mano – sottolinea Giacomo –. Ma la follia l’abbiamo sfiorata all’altezza di Passirano. Come animali, ci siamo ritrovati uno appiccicato all’altro. Io mi sono spaventato ad un certo punto ho indossato 2 mascherine cercando di proteggermi». Il capotreno, a quel punto «ha aperto le porte per far scendere la gente – ha raccontato Giacomo – ma invece hanno cominciato a salire. La gente era spaventata, confusa, preoccupata, sono volate parole grosse tra i pendolari, c’è mancato poco che la situazione degenerasse». Poi con l’aiuto delle forze dell’ordine, la gente è stata direzionata alle corse possibili, ma i disagi in base alle testimonianze, pare capitino di frequente sulla linea Brescia-Iseo-Edolo. «NON RIESCO A CAPIRE come si possa arrivare a questo punto – osserva Giacomo - C’è in ballo la salute delle persone, e anche il lavoro. In molti che usufruiscono della linea, fanno le badanti o le infermiere, sul posto di lavoro non sono consentiti ritardi. Perdono le coincidenze quasi ogni mattina con i pulman. Io uso la bicicletta pieghevole e mi muovo con quella in città fortunatamente. Se c’era un positivo tra noi, non oso pensare che danno possa aver causato. Ma ogni mattina ci sono disagi, ci sono sempre assembramenti, sempre ritardi, gente che non paga il biglietto, da quando hanno debellato i capistazione che facevano vigilanza, ancora peggio. Chi come me è costretto a prendere ogni mattina un convoglio della linea Edolo-Iseo-Brescia lo ha ribattezzato il treno della speranza anzi, della disperazione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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