Il cimitero della «Serenissima» salvato dagli assalti del tempo

di Riccardo Caffi
L’allestimento del cantiere per la sistemazione dei tetti
L’allestimento del cantiere per la sistemazione dei tetti
L’allestimento del cantiere per la sistemazione dei tetti
L’allestimento del cantiere per la sistemazione dei tetti

Il Comune di Borgo San Giacomo avvia la terza fase dei lavori di restauro della copertura e dei cornicioni del Sagrato, il vecchio cimitero a ridosso della chiesa parrocchiale, in centro al paese. La sistemazione del camposanto ha avuto inizio tre anni fa con il contributo della Regione Lombardia, che ha annoverato l’opera tra gli «interventi urgenti per la valorizzazione del patrimonio culturale», assegnando al Comune la metà della somma, calcolata in 39 mila euro, necessaria per il primo lotto dei lavori. Il restauro è poi proseguito con una spesa di 20 mila euro, di cui si sono fatti carico al 50% la Regione e la Cra di Borgo San Giacomo, mentre il terzo lotto, dell’importo di 40 mila euro, è a carico dello Stato. «L’intervento al Sagrato era indispensabile, pena il cedimento della copertura, perciò l’opera di sistemazione è tutta concentrata su tetti, volti e cornicioni - spiega il sindaco Giuseppe Lama -. I primi due interventi sono stati eseguiti dalla ditta Brognoli di Borgo San Giacomo, l’unica del paese ad avere i requisiti necessari per intervenire su edifici vincolati dalla Soprintendenza, mentre il terzo è stato affidato alla ditta Deldossi di Pompiano. Al termine dei lavori - conclude il sindaco - resterà solo una piccola porzione del tetto non sistemata, ma il fabbricato è salvato e agibile». IL SAGRATO è l’elegante e ben proporzionato cimitero a pianta quadrata, delimitato da portici come un chiostro, eretto sul finire del 1700 in via Trento, a ridosso della parrocchiale dedicata all’apostolo San Giacomo. Il governo veneto aveva concesso il permesso di procedere alla nuova costruzione, perché il precedente camposanto, risalente a due secoli prima, non era più sufficiente. Quando la legge napoleonica impose l’ubicazione dei cimiteri fuori dai centri abitati, i gabianesi per un po’ si opposero, ma nel 1820 si arresero e procedettero alla costruzione dell’attuale luogo di sepoltura vicino all’antica chiesa di San Genesio, che all’epoca si trovava in aperta campagna, a sud del centro abitato. Il cimitero dietro il campanile, che ha accolto solo per pochi decenni le spoglie dei padri degli attuali abitanti del paese, rimane un luogo caro e venerato dalla popolazione che vi si raduna per incontri o spettacoli. Certamente tornerà ad ospitare gli «Amici del Presepio», che per oltre 25 anni hanno allestito nel camposanto suggestivi scorci di Palestina, con i momenti salienti della nascita di Gesù, dall’Annunciazione, alla visita dei Re Magi, alla fuga in Egitto, impiegando statuette risalenti a un secolo fa. Il presepio nel Sagrato è stato sempre apprezzato ed ha ricevuto per diversi anni il premio del Movimento Cristiano Lavoratori. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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