«Il Consorzio del Chiese non condivide il collettore»

di C.REB.
Il Consorzio del Chiese non ha condiviso il progetto del depuratore
Il Consorzio del Chiese non ha condiviso il progetto del depuratore
Il Consorzio del Chiese non ha condiviso il progetto del depuratore
Il Consorzio del Chiese non ha condiviso il progetto del depuratore

Fornire i dati relativi alla portata del fiume Chiese non significa condividere il progetto di Acque Bresciane sulla depurazione del lago di Garda. Il sindaco di Montichiari, Marco Togni, lo ha sottolineato in occasione della presentazione del dossier di osservazioni consegnato al ministro dell’Ambiente Sergio Costa, nel tentativo di fermare la costruzione degli impianti della valle del Chiese che dovrebbero smaltire le fogne prodotte dal comprensorio gardesano, ad eccezione di Sirmione e Desenzano che resterebbero collegati al collettore di Peschiera. Nel mirino di Togni un passaggio dello studio aggiornato al 2019 del professor Giorgio Bertanza dell’Università di Brescia, secondo il quale durante il periodo estivo, vale a dire durante la stagione irrigua, i reflui depurati non verrebbero scaricati nel Chiese ma convogliati nella rete esistente di canali irrigui per essere valorizzati attraverso il recupero in agricoltura. «A pagina 98 dello studio c’è scritto che “la fattibilità di questa soluzione è stata condivisa con il Consorzio del Chiese“. Ho chiesto personalmente conto di questa affermazione - spiega Togni - ed i responsabili del Consorzio mi hanno risposto dicendo che non hanno mai condiviso nulla, né con Acque Bresciane né con l’Università. Semplicemente si sono limitati a fornire i dati idrogeologici, peraltro fino al 2015. Del resto, il Consorzio non è neppure titolato a dare un parere. Caso mai questo compito spetta alla Provincia». La precisazione è stata inviata qualche giorno prima anche in Regione, con l’invito a «rettificare quanto impropriamente dichiarato relativamente alla sostenibilità ambientale dello scarico nei corpi idrici». All’origine del «caso» ci sarebbe, secondo Acque Bresciane, un equivoco lessicale. «É evidente che il termine “condivisione“ è stato male interpretato - sottolineano i vertici del gestore del ciclo idrico -. Condividere significa aver presentato il progetto al Consorzio, averlo reso partecipe». Ma Togni non molla. «Lo studio di Bertanza si basa su dati relativi al periodo 2010-2015, ma negli ultimi anni il Chiese è stato al centro di numerosi problemi. Se faccio delle valutazioni serie e arrivo a certe conclusioni, non posso prendere come riferimento ciò che accadeva nel 2015. Perchè non sono stati chiesti i dati aggiornati almeno al 2018? Tenendo conto che per costruire i depuratori di Gavardo e Montichiari servirà circa un decennio, significa realizzare un progetto nel 2030 con dati vecchi di quindici anni prima». •

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