Il Consorzio riapre i rubinetti, ma sono gocce nel deserto

Il Naviglio Grande ancora in secca
Il Naviglio Grande ancora in secca
Il Naviglio Grande ancora in secca
Il Naviglio Grande ancora in secca

I temporali dei giorni scorsi sono serviti a poco. E la decisione del Consorzio di bonifica del Chiese di riaprire con il contagocce i rubinetti suona più come un incoraggiamento che un aiuto concreto agli agricoltori. Da ieri l'attività irrigua è ripartita, ma agli agricoltori viene chiesto «un utilizzo nel rispetto delle colture più fragili» proprio a causa della scarsità di risorse idriche. La situazione nelle campagne bresciane è sempre più drammatica. L'irrigazione è ripresa – era stata sospesa il 16 luglio per non prosciugare le risorse idriche -, ma è molto limitata e per giunta deve seguire gli orari rossi. Che, per semplificare, prevedono la (poca) irrigazione in soli 10 rami su 36 del distretto Naviglio, 4 su 7 nel distretto Bedizzole-Carzago e Dugolo, 14 su 20 nel distretto Calcinata. Va megli, ma non troppo, alla Lonata (10 su 13) e alla Montichiara (14 su 17). Il mais – o, meglio, quello che è sopravvissuto al taglio anticipato –, senz'acqua fatica a crescere. Le piante degli argini si stanno seccando. «Perdono le foglie come in autunno – osserva il presidente del Consorzio di bonifica del Chiese, Luigi Lecchi -, e i fossi sono pieni di ramaglie, creando notevoli problemi di gestione dei canali». I temporali sono stati dei palliativi. «La campagna è talmente secca che l'acqua, quando cade, viene trattenuta subito dal terreno», conferma Lecchi. Bisogna aspettare che piova, e che i laghi riprendano quota. «L'acqua è veramente poca, non riusciamo a garantirla a tutti – aggiunge il presidente -. Le cose possono variare da un giorno all'altro: se arriva un temporale che fa aumentare di qualche centimetro livello del lago, si possono fare delle considerazioni serie». Il lago d'Idro negli ultimi giorni è leggermente salito, ma già ieri il livello era di 367,54 metri contro i 367,20 del minimo vitale, facendo registrare un afflusso di 10 metri cubi al secondo, contro un deflusso di 12,5. Inevitabile, se si aprono un po’ i rubinetti. «Dobbiamo anche mettere in conto che le dighe dell'alto Chiese non stanno rilasciando niente – aggiunge il presidente del Consorzio -. Ormai i raccolti sono andati, indietro non si può tornare». Al momento molti agricoltori devono fare ancora ricorso ai pozzi, unica risorsa possibile per irrigare i campi. Ma i costi, rispetto al passato, sono aumentati, perchè il prezzo dell'energia è triplicato nell'arco di due anni. E non è detto che i pozzi siano senza fondo. Chi invece confidava nell'intervento risolutivo del «commissario straordinario per il contrasto e la prevenzione della siccità», nominato il 21 luglio scorso, è rimasto deluso. Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, avrà pieni poteri che vanno oltre la legislazione attraverso l'adozione di «piani straordinari e misure urgenti», ma soltanto per quanto riguarda il settore idropotabile. Nessuna competenza per la siccità nei campi. E gli agricoltori allora? Dovranno continuare a fare la danza della pioggia. •. C.Reb.

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