Il depuratore cambia «rotta». In pole position ora c’è Lonato

di Cinzia Reboni
Il futuro depuratore del Garda adesso fa rotta su Lonato  individuato come alternativa a Montichiari e Gavardo
Il futuro depuratore del Garda adesso fa rotta su Lonato individuato come alternativa a Montichiari e Gavardo
Il futuro depuratore del Garda adesso fa rotta su Lonato  individuato come alternativa a Montichiari e Gavardo
Il futuro depuratore del Garda adesso fa rotta su Lonato individuato come alternativa a Montichiari e Gavardo

Lonato è l’alternativa individuata da Acque Bresciane per ospitare il depuratore del Garda. La soluzione rappresenta il «piano B» rispetto all’ipotesi iniziale di dirottare i reflui fognari del Benaco negli impianti di Montichiari e Gavardo. L’ultima parola spetterà comunque all’Ato, ma l’utility, al termine di uno studio serio, ha ottemperato alla mozione Sarnico approvata in Provincia che impone di realizzare i depuratori nei comprensori destinati ad utilizzarli. Sullo sfondo, ma molto defilate, restano le soluzioni valutate dal primo studio dell’Università di Brescia, compresa quella di continuare a trasferire le fognature a Peschiera con la condotta sublacuale, ipotesi che stride però con le direttive del ministero sull’eliminazione delle condutture sommerse. Lonato resta in pole position, anche se il corpo recettore sarà sempre il Chiese. Per chi si è battuto contro gli impianti di Gavardo e Montichiari per difendere l’equilibrio del fiume sarebbe insomma una vittoria a metà. Acque Bresciane ha tuttavia promosso una campagna di trasparenza e condivisione sul progetto da 132 milioni di euro. L’utility ha consegnato ad Ato una relazione che illustra varie ipotesi sulla base della normativa e delle linee guida regionali. Lo studio, condotto con la consulenza scientifica dell’Università di Brescia, compara l’ipotesi più recente, quella appunto di Lonato, al progetto Gavardo-Montichiari. La ricerca di soluzioni alternative era stata richiesta dall’Ato in seguito alla mozione presentata dal consigliere provinciale con delega al ciclo idrico, Giovanni Battista Sarnico, votata in aula a novembre. Lonato sembra essere la strada più percorribile, una volta eliminati tutti i Comuni che avrebbero previsto l’«obbligo» di uno scarico a lago - cosa che si vuole assolutamente evitare -, e quelli che presentano vincoli o vulnerabilità sotto il profilo ambientale. «Avevamo sei mesi per effettuare gli approfondimenti richiesti, siamo nei tempi e intendiamo usare le prossime settimane per fornire elementi di chiarezza e trasparenza e raccogliere feedback», spiegano i vertici di Acque Bresciane. Da oggi i documenti saranno a disposizione sul sito del gestore, dove sarà anche possibile «candidarsi» ai tavoli on-line previsti per presentare le valutazioni agli stakeholders: amministratori del territorio, associazioni e comitati, tecnici. «Vogliamo entrare nel merito degli argomenti, rispondere alle domande, ascoltare le proposte - spiega in una nota Acque Bresciane -. E “alzarci” da questi tavoli avendo fatto emergere alternative, obiezioni, possibili soluzioni». L’esito sarà una relazione che verrà consegnata all’Ato entro un mese. Tutte le informazioni assumeranno quindi un peso specifico nella scelta definitiva sulla localizzazione del depuratore. Il sito verrà costantemente aggiornato «con documenti sintetici e comprensibili anche a chi non è un tecnico e attraverso una sezione con le domande e le risposte più frequenti emerse nel dibattito, o che potranno emergere». In merito al nuovo progetto, Acque Bresciane sottolinea come «ognuna delle alternative finora presentate ha dei pro e dei contro. Non tocca a noi scegliere quale sarà oggetto della Conferenza dei servizi e della Valutazione d’impatto ambientale. Quello che abbiamo sempre ribadito è che in ogni caso l’iter autorizzativo sarà un percorso rigoroso, normato dalle leggi». Il tema della localizzazione e quello del corpo recettore non possono essere disgiunti. Anche in questo caso Acque Bresciane presenta delle soluzioni tecniche nell’ambito della propria competenza. «Quello che possiamo garantire a chi deve decidere, è che la qualità delle acque depurate è in tutte le soluzioni ampiamente superiore ai margini imposti da Regione Lombardia, già più restrittivi rispetto ad altre regioni, e che è previsto il riuso delle acque in agricoltura». Quest’ultimo punto fa prevedere che, per sopperire alla «secca» del Chiese nel periodo estivo, le acque depurate verranno fatte defluire nei vasi irrigui della Bassa bresciana. Lonato avrebbe dei costi minori rispetto al doppio impianto Gavardo-Montichiari, ma renderà più complessa la partita della dismissione delle reti fognarie obsolete, perché a monte del depuratore bisognerà provvedere alle opere di collettamento. Stamattina si riunirà la Cabina di regia convocata dal ministero dell’Ambiente, alla presenza delle Regioni Lombardia e Veneto, Ato Brescia e Verona e Ats Comunità del Garda. L’ultimo incontro si era chiuso proprio con il «sollecito» a trovare soluzioni alternative. Ora si potrà annunciare che, nell’arco di un mese, si arriverà alla scelta definitiva. •.

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