«Il depuratore non inquina, ma risolve i problemi»

di C.REB.
Il presidente Gianluca Delbarba
Il presidente Gianluca Delbarba
Il presidente Gianluca Delbarba
Il presidente Gianluca Delbarba

Stabilito dove saranno costruiti i depuratori del Garda, il come è una pagina ancora da scrivere, coniugando le prescrizioni del ministero ad ogni soluzione tecnica che possa tutelare l’ambiente e il fiume Chiese. È l’impegno assunto da Acque Bresciane il giorno dopo il via libera all’operazione collettore, ratificata dalla Cabina di regia del ministero dell’Ambiente che ha autorizzato a proseguire con l’iter tecnico e amministrativo della maxi opera. «Superato questo passaggio – spiega il presidente di Acque Bresciane Gianluca Delbarba -, i nostri tecnici avranno il compito di valutare come armonizzare le prescrizioni nel progetto definitivo». In vista della Conferenza dei servizi e della Valutazione d’impatto ambientale, Acque Bresciane può assumere un ruolo più attivo nell’elaborazione delle soluzioni tecniche degli impianti di Gavardo e Montichiari. «La nostra sarà una campagna di trasparenza e ascolto - annuncia Delbarba -: incontreremo i referenti del territorio spiegando il progetto nel dettaglio ma soprattutto andando a visitare alcuni nostri impianti simili. L’idea del depuratore come di una fonte di inquinamento, se può essere compresa da un punto di vista psicologico, non regge se si vede con i propri occhi come funziona, quanti controlli eseguiamo, l’assenza di odori e sostanze chimiche. Non si tratta di un produttore di veleni, ma di qualcosa che li elimina tutelando l’ambiente». Delbarba aggiunge: «Rispetto il ruolo dei sindaci e le loro preoccupazioni, e sono consapevole che potrebbero decidere di proseguire con altre forme la loro battaglia, ma sarebbe una grande occasione sprecata se si procedesse nel muro contro muro, invece di entrare nel merito di cosa si può cambiare e come. È emerso chiaramente che il sistema Chiese ha delle fragilità: sediamoci attorno a un tavolo e affrontiamole insieme». Un’apertura che, almeno al momento, sembra non fare breccia. Prosegue infatti la raccolta di adesioni per la convocazione della Conferenza dei Comuni dell’Ato, chiamato ora a gestire la partita. Sono già 43 i primi cittadini che hanno risposto all’appello di Montichiari, Gavardo, Muscoline e Prevalle che - contrari al doppio collettore - chiedono un confronto aperto nella sede dell’Ufficio d’Ambito, con l’obiettivo di bocciare il progetto. La Bassa, con 17 paesi, e la Valsabbia con 22, sono le naturali roccaforti del «fronte del no», che però sta raccogliendo una solidarietà trasversale, che va da Bedizzole a Calvagese, da Montisola a Pian Camuno, e l’elenco è destinato ad allungarsi. Con 47 firme già presentate - quorum ampiamente superato - l’Ato avrà ora dieci giorni di tempo per convocare la Conferenza. «In quella sede faremo valere le nostre ragioni - commenta il sindaco di Montichiari, Marco Togni -. Finalmente la politica riprende il suo ruolo: quello di responsabilità nelle scelte». Tre gli obiettivi della mozione: la messa in sicurezza del lago di Garda, sospendere l’istruttoria della Via del progetto degli impianti di Gavardo e Montichiair, con conseguente scarico nel Chiese, e affidamento di un nuovo studio di fattibilità tecnico-economica per scelte alternative al progetto presentato da Acque Bresciane. •

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