Il tumore continua a uccidere Ogni giorno 9 morti bresciani

di Cinzia Reboni
Tumori: il Covid 19 può  aver allentato le maglie della prevenzione
Tumori: il Covid 19 può aver allentato le maglie della prevenzione
Tumori: il Covid 19 può  aver allentato le maglie della prevenzione
Tumori: il Covid 19 può aver allentato le maglie della prevenzione

Non solo Covid 19. Alla vigilia della pandemia i tumori - anche se in lieve flessione - erano la principale causa di mortalità. Nel 2019 sono state stimate 371 mila diagnosi (196 mila uomini e 175 mila donne): erano 373 mila nel 2018, vale a dire duemila in meno in 12 mesi. La Lombardia fa registrare l’incidenza più alta a livello nazionale, con 50 casi su 100 mila, per il tumore polmonare nelle donne. Nella nostra provincia la situazione resta preoccupante nonostante nel 2018 le neoplasie siano state 3.359 contro le 3.375 dell’anno precedente (-0,47%). Il cancro - si legge nel Piano di potenziamento dei servizi territoriali varato pochi giorni fa dall’Ats - continua ad essere responsabile di circa due terzi dei decessi complessivi, e l’impatto è ancora superiore in termini di anni di vita persi (44,9% nel 2018) poiché spesso portano a morte in età relativamente giovane. I tumori delle vie aeree nei maschi e quelli del seno nella donna sono stati quelli che hanno causato più morti. IN NOVE ANNI la mortalità per tumori è diminuita in modo più forte nei maschi (-1,6% annuo) che nelle femmine (-1,01% annuo), ma resta la prima causa di morte tra gli uomini (36,2%) e la seconda nelle donne (26,3%). Se i tumori sono in leggero calo, la mortalità complessiva è invece in aumento: nel territorio dell’Ats Brescia, che comprende 164 Comuni, si è passati dai 10.755 decessi del 2017 ai 10.832 del 2018, di cui 5.170 maschi, con un’età media di 77,9 anni, e 5.662 donne di età media di 84,2 anni, mentre gli anni di vita persi sono stati 31.845. I tumori hanno provocato 3.359 decessi, pari al 31% del totale, mentre quelli riconducibili a patologie del sistema circolatorio sono stati 3.206 (29,6%). Seguono gli 877 per malattie del sistema respiratorio e i 639 riguardanti il sistema nervoso, mentre sono 531 i morti per traumi e avvelenamento. «La continua crescita del numero assoluto di morti è da ricondurre all’aumento della popolazione e al suo invecchiamento - si legge nel report dell’Ats -. I dati mostrano che nelle donne i tassi di mortalità sono inferiori rispetto agli uomini, anche se il gap si sta riducendo». Lo dimostrano i numeri: dal 2000 al 2018 si è avuto un calo del tasso di mortalità nei maschi del 36%, contro la diminuzione del 27% nelle femmine. L’età media di morte è passata nei maschi dai 71 anni del 2000 ai 78 del 2019, mentre nelle donne si è innalzata da 79,6 a 85 anni. Considerando i dati di mortalità degli ultimi 5 anni, si nota sostanzialmente lo stesso pattern territoriale nei due sessi sui tassi di mortalità: i più elevati si concentrano nella zona occidentale e quella più meridionale dell’Ats, così come nella fascia coincidente con le alte valli. Il distretto cittadino, esteso ai Comuni dell’hinterland, e la parte più settentrionale del Garda presentano al contrario tassi di mortalità inferiori alla media. Riguardo ai tumori, negli ultimi 19 anni si sono verificati eccessi statisticamente significativi nei maschi nell’area dei 55 Comuni compresi negli ambiti di Montorfano, Oglio Ovest e Bassa occidentale, mentre nelle donne un ampio cluster di 56 Comuni della zona del Garda ha fatto registrare la mortalità più bassa. La sfida è non allentare le maglie della prevenzione: il rischio è che le persone a rischio per paura di contrarre il Covid 19, disertino le campagne di screening. Quanto alle patologie croniche, l’Ats di Brescia assiste 1.207.677 persone, di cui 457.175 (il 37,9%) rientrano in almeno uno dei 16 gruppi patologici monitorati. Di questi, 218.508 presentano una sola patologia e 106.139 almeno due, mentre 132.528 ne associano un numero superiore. L’ipertensione arteriosa è la patologia più frequente, presente nel 21% della popolazione con un’età media di 73 anni. Seguono le malattie del sistema cardiovascolare (10%, età media 72,8 anni) ed il disagio psichico (8,7%, età media 56,9). Sono stati 75.676 i diabetici presi in carico, ma solo 12.981 (il 17,2%) sono portatori della patologia isolata, avendo i restanti anche altre problematiche. L’ETÀ MEDIA dei pazienti cronici è estremamente bassa (45,1 anni) per le malattie rare, per i malati di Hiv (51,1 anni) e per i trapiantati (57 anni), mentre raggiunge gli 83,4 anni per le malattie senili come l’Alzheimer. Il numero degli assistiti cronici presi in carico dall’Ats di Brescia è notevolmente aumentato: rispetto al 2003 il numero assoluto dei cronici è aumentato addirittura del 73%. Ciò si spiega non soltanto per la maggiore attenzione nell’identificazione degli assistiti con patologia cronica, ma anche per l’evoluzione del quadro anagrafico-epidemiologico locale, con il progressivo innalzamento dell’età che alimenta un incremento di assistiti, e per la maggior capacità di riconoscere malattie in passato poco conosciute. La morte per suicidio è più elevata nei maschi di circa 4 volte rispetto alle donne. Nel Bresciano il numero in un anno è calato da 73 a 61. •

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