L’estorsione? Inesistente: assolto un 38enne

di Paolo Cittadini
Assolto in primo grado dall’accusa di estorsione un 38enne kosovaro
Assolto in primo grado dall’accusa di estorsione un 38enne kosovaro
Assolto in primo grado dall’accusa di estorsione un 38enne kosovaro
Assolto in primo grado dall’accusa di estorsione un 38enne kosovaro

Nell'agosto di due anni era stato arrestato a Capriolo dai carabinieri della compagnia di Chiari al termine di una operazione degna di un film di azione. I militari, il 20 agosto del 2018, si erano nascosti nel furgone dell'imprenditore che aveva denunciato di essere stato taglieggiato dall'uomo, un 38enne di origine kosovara e residente a Rovato, arrivato a chiedergli 400mila euro. Quando l'imprenditore, un 55enne del Sebino e nome noto nel settore della realizzazione di piscine, gli aveva consegnato mille euro (per l'accusa sarebbe stato l'acconto dell'intera cifra) i militari erano usciti allo scoperto e avevano arrestato in flagranza il 38enne finito poi ai domiciliari. Venerdì il kosovaro è stato assolto dalla seconda sezione penale del tribunale di Brescia al termine del processo di primo grado. Per lui il pm di udienza aveva chiesto una condanna a quattro anni e mezzo di reclusione. Il giudice ha però accolto la ricostruzione (bisognerà attendere il deposito della sentenza per conoscere i motivi) del difensore, l'avvocato Patrizia Scalvi, che ha sostenuto la sua innocenza. Il 38enne kosovaro dal primo momento aveva affermato di essere stato incastrato dall'imprenditore che per non pagargli un lavoro (i mille euro effettivamente consegnati) avrebbe inventato il tentativo di estorsione da 400mila euro. L'imprenditore aveva sostenuto di essere stato avvicinato dal kosovaro che, con fare minaccioso, gli avrebbe chiesto i 400mila euro per coprire un debito precedente. Stando sempre al suo racconto, il presunto estorsore avrebbe reso ancora più pesanti e credibili le minacce sferrandogli un pugno sulla spalle. Quindi gli avrebbe chiesto di consegnargli i mille euro di anticipo. I carabinieri all'imprenditore avevano suggerito di acconsentire alla richiesta spiegandogli che anche loro sarebbero stati presenti all'appuntamento. L'incontro si era svolto nel parcheggio di un supermercato lungo la provinciale che attraversa Capriolo e una volta avvenuto il passaggio di denaro i carabinieri erano usciti dal furgone della presunta vittima per fermare il 38enne. Il kosovaro era stato bloccato all'interno della sua auto e addosso aveva ovviamente le banconote appena ricevute dall'imprenditore iseano. Per lui era scattato l'arresto e nei suoi confronti disposto il giudizio immediato. Venerdì è arrivata la sentenza che lo ha assolto dalla pesante accusa per cui è finito a processo. •

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