L’incubatoio «fast food» del killer del fiume

di Valerio Morabito
La struttura inagurata sabato ha una copertura in lastre di amiantoPer Legambiente il siluro banchetterà con gli avannotti dell’incubatoio
La struttura inagurata sabato ha una copertura in lastre di amiantoPer Legambiente il siluro banchetterà con gli avannotti dell’incubatoio
La struttura inagurata sabato ha una copertura in lastre di amiantoPer Legambiente il siluro banchetterà con gli avannotti dell’incubatoio
La struttura inagurata sabato ha una copertura in lastre di amiantoPer Legambiente il siluro banchetterà con gli avannotti dell’incubatoio

Inaugurato da pochi giorni è già nell’occhio del ciclone delle polemiche. Nel mirino è finito l’incubatoio ittico a Orzinuovi, non tanto per la sua indiscussa funzione di tutela della fauna ittica dell’Oglio, quanto per le scelte progettuali. A SOLLEVARE DUBBI e perplessità è il circolo Legambiente Valle d’Oglio guidato da Franco Ferrandi. Due sostanzialmente le critiche avanzate dall’associazione nei confronti della struttura in via Convento Aguzzano. In primo luogo c’è la questione riguarda la copertura in amianto. «Portare avanti i lavori senza prima aver stabilito un piano di bonifica della copertura in fibrocemento lascia qualche perplessità - afferma Franco Ferrandi -. È vero, il materiale potenzialmente pericoloso potrà essere rimosso in futuro, ma il principio di precauzione non dovrebbe mai venire meno. Mi auguro che questo progetto che ha anche uno sbocco interessante come mezzo di didattica per le scuole, possa essere completato in modo corretto salvaguardando la salute di chi dovrà lavorare e di chi potrà visitarlo». La seconda questione, invece, riguarda il delicato equilibrio ecologico del fiume Oglio. «Al netto delle buone intenzioni e della volontà dei pescatori locali di offrire il proprio lavoro come volontari per il funzionamento dell’impianto – incalza Franco Ferrandi - rimane la perplessità sull’utilità di un simile lavoro senza intervenire sulle cause della morte del nostro fiume avvelenato da scarichi inquinanti, saccheggiato dalle centrali elettriche che modificano il corso dell’acqua e dai prelievi idrici per un agricoltura follemente ed esclusivamente indirizzata alla coltivazione del mais. Come si può pensare di mitigare un simile disastro ecologico con un incubatoio ittico? Si rischia di produrre solo pesce foraggio per il killer del fiume, ovvero il siluro». Ferrandi auspica che questo progetto possa essere «indirizzato verso l’obiettivo principale del ripopolamento del fiume Oglio agendo sui grandi e drammatici problemi ambientali che ne hanno determinato l’impoverimento del nostro patrimonio ittico». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti