AMBIENTE

La discarica radioattiva? «Non c’è l’allarme rosso, Capriano non è Chernobyl»

di Cinzia Reboni
L'assessore regionale dopo il sopralluogo: «Le ultime rilevazioni di Arpa dicono che il grado di contaminazione all’interno della discarica della ex Metalli Capra è uguale a quello all’esterno»
Il sopralluogo al sito di scorie radioattive della Metalli Capra: la bonifica e la gestione dei residui fluidi al Cesio sono due questioni molto complesse
Il sopralluogo al sito di scorie radioattive della Metalli Capra: la bonifica e la gestione dei residui fluidi al Cesio sono due questioni molto complesse
Il sopralluogo al sito di scorie radioattive della Metalli Capra: la bonifica e la gestione dei residui fluidi al Cesio sono due questioni molto complesse
Il sopralluogo al sito di scorie radioattive della Metalli Capra: la bonifica e la gestione dei residui fluidi al Cesio sono due questioni molto complesse

Situazione critica sì, ma non da allarme rosso. «Capriano non è Chernobyl. Le ultime rilevazioni di Arpa dicono che il grado di contaminazione all’interno della discarica della ex Metalli Capra è uguale a quello all’esterno. Questo territorio non deve essere ingiustamente penalizzato». Al termine del sopralluogo ai silos di stoccaggio delle scorie ai piedi del Monte Netto, l’assessore regionale all’Ambiente Raffaele Cattaneo ha ribadito che «non c’è pericolo e la situazione è sotto controllo. Il materiale leggermente contaminato è stoccato in sicurezza sia qui che nei siti di Castel Mella e Montirone. Questo è il punto più critico, dal momento che c’era la discarica dove sono state depositate terre contaminate». Nonostante il puntuale monitoraggio di Arpa, la situazione va comunque «risolta definitivamente, e il più in fretta possibile».
Con 82.500 tonnellate di scorie contaminate da Cesio 137, stipate dal 1990, il sito figura infatti al secondo posto nella classifica delle dodici principali «criticità» nazionali stilata dall’Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. La Regione ha concepito un progetto di legge, già approvato in Giunta, che disciplina le procedure, ed ha «censito» i siti a bassa contaminazione: 13 in tutta la Lombardia, 7 sul territorio bresciano. «Ma il governo deve fare la sua parte - ha aggiunto Cattaneo -. Per realizzare il progetto di messa in sicurezza c’è bisogno di risorse».
Il ministero ha messo a disposizione un milione di euro per ognuno dei tre siti della ex Metalli Capra, «ma per risolvere il problema di Capriano ne servirebbero almeno 6», ha sottolineato il vice prefetto Stefano Simeone annunciando due importanti novità: «nell’arco di poche settimane la Corte dei conti dovrebbe dare l’ok per la costituzione del capitolo di spesa, e finalmente il prefetto potrà attingere al “tesoretto“ ed utilizzare i soldi stanziati. Inoltre, è notizia di questi giorni che dal residuo di quel bando sarà possibile recuperare qualcosa. La pratica è ancora in istruttoria, ma il milione di euro a favore di Capriano potrebbe essere raddoppiato».
Nella migliore delle ipotesi, comunque, ne mancherebbero ancora quattro per finanziare la bonifica. «L’ultimo monitoraggio è stato eseguito a giugno - ha rassicurato Fabio Cambielli, direttore di Arpa Brescia - e le analisi hanno confermato che la situazione non è peggiorata rispetto al passato. Il 31 marzo, su questo sito, sono state fatte visure ambientali con raggi gamma per verificare che dai silos non uscissero contaminazioni ambientali: la dose misurata equivaleva a quella rilevata nel centro del paese». Infine, «il cesio in falda è estremamente basso, sotto i limiti delle acque potabili». Il problema di Capriano rimane semmai quello dello smaltimento, operazione estremamente complessa. I silos a disposizione per la raccolta del percolato sono attualmente 8. Con quelli «supplementari» recentemente aggiunti sono stati garantiti altri 100 metri cubi di stoccaggio. Finchè ci sarà spazio, il percolato finirà in sicurezza e non resterà sul terreno. Ma dopo? «In mancanza di un deposito nazionale si potrebbero prevedere spostamenti temporanei, ma non definitivi e, quindi, non risolutivi - spiega Rodolfo Costa, direttore tecnico di Arcadis Italia -. Quando piove la quantità di percolato è abbastanza significativa. Ecco perchè è necessario mettere in opera il più rapidamente possibile il progetto di messa in sicurezza, già approvato ma assoggettato a Valutazione di impatto ambientale».
L’operazione «prevede la posa di diaframmi laterali ad una profondità di 26 metri - spiega Costa -, la cinturazione del sito ed un capping superficiale che vada ad inertizzare completamente la lisciviazione delle acque meteoriche ed il possibile ingresso delle acque di falda. Nel frattempo, è previsto di trattare il percolato in sito, cementandolo». Al sopralluogo erano presenti ieri anche i consiglieri regionali Gabriele Barucco, Francesca Ceruti e Claudia Carzeri, i sindaci di Capriano, Poncarale e Flero, il vice sindaco di Castel Mella ed il Consorzio Vini del Monte Netto. Tutti hanno ribadito che «il problema deve essere risolto in fretta, e nel modo migliore. La garanzia che sia tutto sotto controllo fa ben sperare. Forse è la volta buona che il parco del Monte Netto ritorni ad essere famoso per il suo meraviglioso habitat ed i suoi vini di qualità, e non certo per la discarica della ex Metalli Capra».•.

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